Orchite: sintomi, complicanze e diagnosi
Nel precedente articolo: “Orchite: infiammazione del testicolo” abbiamo iniziato a conoscere questa specifica infiammazione del testicolo. Come già detto nello scorso articolo, l’orchite è un’infiammazione testicolare di natura batterica, oppure virale. Diversi i fattori di rischio, dall’età avanzata alla mancata vaccinazione per la parotite (conosciuta con il nome di “orecchioni”), da interventi chirurgici all’apparato genitale maschile, fino ad arrivare a rapporti sessuali non protetti. L’orchite può essere acuta (meno comune) e cronica (più diffusa). Le cause scatenanti sono molteplici (Brucellosi, Tifo, epatite, influenza grave, mononucleosi, sifilide, ecc…). Oggi invece vogliamo trattare, nello specifico dell’orchite, sintomi, complicanze e come avviene la diagnosi della malattia.
Orchite: sintomi
L’orchite presenta diversi sintomi, più o meno dolorosi, che possono manifestarsi in modo acuto, forte e doloroso, oppure insorgere gradualmente. Sicuramente il sintomo principale e più evidente è il gonfiore testicolare, di norma associato ad un edema, a dolore e arrossamento localizzato a livello scrotale. Ci sono comunque anche sintomi secondari, quali, ad esempio:
- brividi
- difficoltà ad urinare
- eiaculazione dolorosa
- febbre (che non supera quasi mai i 38°)
- ingrossamento dei linfonodi inguinali
- perdite uretrali post-spremitura del glande
- sangue nelle urine
- sangue nello sperma – emospermia
- dolore testicolare
- massa o tumefazione nel testicolo
- senso di costante fastidio localizzato a livello testicolare
- astenospermia
- atrofia testicolare
- teratozoospermia
- sensazione costante di nausea
- tensione addominale
Quando i sintomi si manifestano improvvisamente, è probabile che sia in corso un’orchite acuta.
Dobbiamo precisare che nello specifico dell’orchite, sintomi e complicanze non si manifestano sempre tutti assieme. I disturbi possono infatti essere più o meno gravi, graduali e presentarsi alternativamente, o mai, anche in diversi momenti della malattia.
L’infiammazione testicolare da non sottovalutare
L’orchite non deve mai essere sottovalutata o trascurata, perché può portare a gravi conseguenze e complicanze. Quando il dolore si manifesta in modo acuto, improvviso e lancinante, è probabile che l’orchite sia strettamente correlata ad una torsione testicolare. In questo caso è assolutamente importante rivolgersi immediatamente ad un urologo, nel più breve tempo possibile. Come abbiamo già visto nell’articolo: “Testicolo torto: la rotazione del testicolo attorno al proprio asse” la tempestività gioca un ruolo vitale per evitare delle conseguenze irreversibili a carico del testicolo.
Recenti studi hanno dimostrato che, qualunque infiammazione a carico dei testicoli, che si presenti sotto forma cronica, ha delle conseguenze sulla quantità, sulla qualità e sulla morfologia degli spermatozoi. Inoltre le orchiti croniche possono causare anche atrofia testicolare e portare all’inibizione della produzione di spermatozoi. L’atrofia testicolare porta, a sua volta, alla sterilità irreversibile. Le orchiti provocano anche ascessi allo scroto, che tende a riempirsi di pus (fluido cremoso più o meno denso, giallastro o verdastro, che si forma nella sede di un’infezione).
Com’è diagnosticata l’orchite
La diagnosi dell’orchite serve a capire anche da cosa è causata la malattia. Capendo le cause scatenanti è possibile intraprendere la corretta terapia. Il primo esame che l’urologo compie, è quello clinico-anamnestico. Serve ad individuare i linfonodi inguinali e l’ingrossamento anomalo di uno, o entrambi i testicoli. Molto spesso è richiesta anche un’ecografia genitale che serve a capire se c’è o meno un aumento del flusso sanguigno a livello testicolare (utile anche a capire se si è difronte o meno ad un’eventuale torsione testicolare).
Gli esami servono a capire se ci sono eventuali lesioni del didimo, o se si è manifestata anche un idrocele. In alcuni casi il medico potrebbe richiedere anche l’esame dell’emocoltura. Quest’ultimo è un esame microbico che serve ad individuare e isolare eventuali microrganismi presenti nel sangue. Non solo. Il dottore potrebbe richiedere anche un tampone uretrale, finalizzato alla ricerca dei microrganismi responsabili di infezioni alle basse vie urinarie. Il tampone potrebbe essere richiesto per escludere, o per confermare, eventuali malattie sessualmente trasmissibili.
Infine, ai soggetti problematici da un punto di vista diagnostico, può essere richiesta una risonanza magnetica nucleare testicolare. La risonanza permette di vedere all’interno del testicolo esponendo l’apparato genitale solamente a campi magnetici non pericolosi. L’orchite è spesso un sintomo dell’epididimite, per la quale, tra l’altro, è richiesta una diagnosi differenziale. La presenza di testicolo torto, va a sottolineare che è in corso un’orchite acuta. Quando invece i disturbi sono generalmente più lievi e graduali, è più facile trovarsi difronte ad un’orchite cronica. In ogni caso è comunque sempre consigliato rivolgersi immediatamente ad un esperto urologo.