CHIRURGIA UROLOGICA
Asportazione endoscopica
di tumore della vescica
(TURV)
Asportazione Endoscopica di Tumore della Vescica (TURV)
L’identificazione di una neoplasia vescicale comporta la necessità di un intervento di resezione endoscopica trans-uretrale
(cioè attraverso l’uretra).
CENNI DI TECNICA CHIRURGICA
Dopo l’anestesia, il paziente viene posto in posizione litotomica con il perineo perpendicolare al piano del tavolo. Si introduce quindi in vescica sotto visione diretta un resettore, per asportare la lesione tumorale.
Una volta terminata la resezione e completata l’emostasi il tessuto resecato viene estratto dalla vescica ed inviato presso il reparto di Anatomia Patologica per l’esame istologico.
Viene quindi posizionato un catetere vescicale (che verrà rimosso successivamente in base alle indicazioni fornite dall’operatore, generalmente entro 4-5 giorni). Sempre a discrezione dell’operatore potrà essere eseguita una instillazione endovescicale di una sostanza chemioterapica, che possa agire immediatamente sulla mucosa vescicale in maniera tale da ridurre il rischio di recidiva della malattia tumorale e da ridurre la necessità di successive instillazioni endovescicali in regime ambulatoriale.
COMPLICANZE
DECORSO POST-OPERATORIO
A partire da alcune ore successive all’intervento, in caso di anestesia spinale, il paziente riprende a bere e ad alimentarsi in modo graduale. In caso di sedazione profonda o di anestesia generale, sarà̀ discrezione dell’anestesista stabilire quando il paziente potrà̀ riprendere l’assunzione di liquidi e solidi.
Il paziente viene fatto alzare dal letto già̀ in prima giornata e, compatibilmente con la naturale ripresa delle sue energie, viene mobilizzato in misura sempre maggiore. E’ bene che il paziente, non appena possibile, inizi a passeggiare nel corridoio per favorire la ripresa della normale circolazione, per evitare la formazione di trombi nelle vene degli arti inferiori e per facilitare la ripresa dell’attività̀ intestinale.
La profilassi antibiotica, somministrata prima dell’inizio dell’intervento chirurgico (per prevenire le infezioni) insieme alla gastroprotezione, viene prolungata solo se ritenuto necessario.
La profilassi della patologia tromboembolica con eparina a basso peso molecolare viene attuata a partire dalla sera dell’intervento e successivamente da 6-12 ore dopo la sua conclusione, prolungando la sua somministrazione per alcuni giorni, sulla base dell’intervento e delle caratteristiche del paziente.
Il catetere vescicale, che viene posizionato durante l’intervento, viene mantenuto in sede per un periodo di solito variabile da 1 fino a 3 giorni (raramente più̀ a lungo), a giudizio dell’operatore.
CONSIGLI ALLA DIMISSIONE
Alimentazione
– Si può riprendere gradatamente la dieta abituale;
– è bene bere circa due litri di acqua al giorno fino a che le urine non mostrino più̀ tracce di sangue.
– Evitare il consumo di alcolici, caffè e cibi speziati e piccanti potenzialmente irritanti per almeno 7 giorni
– È particolarmente importante variare la dieta arricchendola di frutta cotta e di frutta fresca – tipo kiwi – e verdura, minestroni con olio crudo, budini, yogurt, gelati e ancora bere abbondantemente al fine di facilitare la ripresa dell’attività̀ intestinale.
Attività̀ fisica
Dopo la dimissione dall’Ospedale si può riprendere gradatamente e con buon senso l’attività̀ fisica. Si devono però evitare sforzi eccessivi, come ad esempio sollevare oggetti pesanti o eseguire esercizi intensi (ginnastica, golf, tennis, corsa), nel corso delle prime 4 settimane che seguono l’intervento. È anche importante evitare gli sport da sella (bicicletta, motocicli, equitazione) durante le prime 4-8 settimane.
Dopo 4 settimane dall’intervento, si possono riprendere praticamente tutte le attività̀ svolte prima dell’operazione, posticipando i soli sport da sella.
Infezioni delle vie urinarie
Avvengono di rado. Si possono manifestare in svariati modi (bruciore durante o dopo la minzione, urine torbide e maleodoranti, febbre, etc.). Si consiglia in questo caso di eseguire un esame completo delle urine ed una urinocoltura con antibiogramma, di bere abbondantemente e urinare spesso, e di rivolgersi al Medico curante per una eventuale terapia antibiotica appropriata.
Sangue nelle urine
Può̀ manifestarsi a causa di piccole lesioni causate dal catetere, o dalla lisi di vecchi coaguli che erano presenti in vescica. Le urine possono rimanere rosate per 15-20 giorni dopo la rimozione del catetere. Una abbondante idratazione (bevendo almeno 1.5-2 litri di acqua al giorno) può aiutare a rendere le urine chiare. Raramente può̀ accadere che il paziente non riesca ad urinare per la presenza di coaguli vescicali che impediscano la fuoriuscita dell’urina, in questo caso è importante che si rechi nel Pronto Soccorso più vicino.
ITER SUCCESSIVO
L’esame istologico definitivo definisce l’esatta natura della patologia tumorale endovescicale e soprattutto fornisce precise informazioni riguardo alla sua estensione in profondità̀ all’interno della vescica. In base a questa estensione la neoplasia vescicale viene definita come superficiale oppure infiltrante, a seconda che coinvolga semplicemente gli strati più̀ interni (tessuto connettivo) o più̀ esterni (tessuto muscolare o tonaca sierosa).
Le neoplasie vescicali superficiali e meno aggressive non necessitano di alcuna terapia aggiuntiva, ma solamente di una vigile sorveglianza mediante controllo periodico cistoscopico e di imaging (in genere ecografico).
In alcuni casi di neoplasia vescicale superficiale più aggressiva potrebbe essere indicato un ciclo di instillazioni periodiche endovescicali di un farmaco ad azione chemioterapica o immunoterapia (BCG). Il ciclo di instillazioni endovescicali ha una durata minima di 6 settimane e può̀ arrivare a durare nel complesso 3 anni. La decisione di eseguire o meno le indicazioni endovescicali è a carico dello specialista Urologo di riferimento e viene generalmente presa in base all’esito dell’esame istologico relativo alla neoplasia asportata. È a volte indicato eseguire una instillazione endovescicale di un chemioterapico nelle prime 24 ore seguenti l’intervento di TURV.
Può̀ succedere anche che, dopo un primo intervento chirurgico endoscopico, il paziente possa essere candidato ad un secondo intervento chirurgico endoscopico sulla vescica (TURV 2° look, ovvero “seconda resezione”) per una bonifica più̀ completa di quest’ultima, sia in un periodo di tempo immediatamente successivo rispetto al primo intervento (dopo 4-6 settimane) oppure dopo un primo ciclo di instillazioni endovescicali.
Nei casi più gravi di neoplasia infiltrante la parete muscolare, le attuali linee guida europee raccomandano un intervento demolitivo di asportazione dell’intera vescica (cistectomia) con creazione di derivazioni urinarie necessarie al fine di espellere l’urina all’esterno. La scelta di procedere con la cistectomia e della tipologia di derivazione urinaria più adatta deve sempre nascere da un approfondito colloquio tra paziente e Urologo di riferimento.
Fai una domanda
al Dr. Cocci
Riceverai risposta dal Dr. Cocci in forma privata al tuo indirizzo e-mail, e potrai valutare senza impegno se prenotare la visita specialistica.
Prenota una visita o un consulto
Ricevo presso e Strutture di Milano, Firenze, Prato.
Prenota la prima visita o un consulto specialistico presso la sede più vicina a te.
Per i pazienti residenti all’estero è possibile richiedere anche un primo consulto a distanza, attraverso il modulo di contatto.
Firenze | Matteotti Medical Group
Viale Giacomo Matteotti, 42
50132 – Firenze (FI)
Telefono: 055 570224
Firenze Castello | Villa Donatello
Via Attilio Ragionieri, 101
50019 – Sesto Fiorentino (FI)
Telefono: 055 50975
Prato | Studi Medici Life
Viale della Repubblica, 141
59100 – Prato (PO)
Telefono: 0574 583501
Milano | Columbus Clinic Center
Via Michelangelo Buonarroti, 48
20145 – Milano (MI)
Telefono: 02 480801
Dr. Andrea Cocci
urologo e andrologo
La scelta di dedicare la mia vita professionale all’urologia ed in particolare alla chirurgia andrologica e ricostruttiva è frutto di una profonda passione per l’anatomia, l’arte chirurgica ed in generale il processo diagnostico terapeutico che porta alla guarigione del paziente. Patologia oncologica, infertilità, disfunzione erettile, malattie del pene o semplicemente disturbi prostatici affliggono irrimediabilmente non solo l’individuo ma anche la dimensione di coppia.
Ricevo a:
Firenze, Milano, Prato