CHIRURGIA ANDROLOGICA
Correzione dell'ipospadia
Correzione dell’ipospadia
L’ipospadia è una malformazione congenita che origina durante la vita fetale ed è caratterizzata dallo sviluppo anomalo dell’ultima porzione di condotto uretrale e cute prepuziale sovrastante. Ciò determina una localizzazione del meato uretrale diverso rispetto alla sua canonica posizione sopra il glande.
Questa condizione può essere trattata chirurgicamente tramite un intervento di uretroplastica che ha l’obiettivo di:
1. Portare il meato uretrale in cima al pene e ricostruire l’uretra mancante.
2. Correggere l’eventuale curvatura del pene associata
3. Creare un aspetto estetico del pene, del glande e del meato simile alla normalità.
Per ridurre l’impatto psicologico, l’intervento va eseguito preferenzialmente durante i primi 18 mesi di vita (il bambino non ricorderà l’intervento) oppure al 5°-6° anno, prima dell’inizio dell’età scolare.
Esistono più di 200 tecniche chirurgiche per il trattamento dell’ipospadia.
La scelta dell’intervento dipende dal tipo di ipospadia, dalla conformazione del pene e dall’esperienza del chirurgo. Tra queste ci sono:
La chirurgia dell’ipospadia è caratterizzata dal 10-30% di complicanze, soprattutto fistole e stenosi uretrali, che possono richiedere un ulteriore intervento chirurgico di riparazione a distanza di almeno 3 mesi dal primo.
La fistola uretrale è la comunicazione tra la neo-uretra ricostruita e l’esterno: l’urina fuoriesce, oltre che dal meato, anche da un “buco” lungo la superficie ventrale del pene.
La stenosi è il restringimento della neo-uretra che crea un ostacolo alla fuoriuscita dell’urina.
Il bambino viene dimesso in genere il giorno successivo all’intervento per ridurre la degenza ospedaliera e il trauma psicologico.
Per agevolare i genitori nell’assistenza post-operatoria sono utili informazioni su:
Catetere
Sono utilizzati cateteri piccoli e morbidi (in silicone) che drenano le urine dalla vescica all’esterno. Il catetere viene mantenuto per 6-10 giorni. Nel bambino piccolo viene lasciato aperto, con un gocciolamento continuo nel pannolino. Nel paziente più grande è collegato ad un sacchetto raccoglitore delle urine. Viene mantenuto in sede con un punto fissato al glande o con un palloncino gonfiato in vescica.
Medicazione del pene
La medicazione copre la ferita e immobilizza il pene per pochi giorni. Nei primi giorni dopo l’intervento sono frequenti e normali piccole perdite di sangue e perdite di urina in concomitanza delle spinte durante la defecazione. Dopo la rimozione della medicazione si può osservare un lieve sanguinamento ed un aumento del gonfiore del pene.
La ferita chirurgica
I punti di sutura sono riassorbibili.
I segni di un’infezione della ferita sono arrossamento cutaneo, pus e febbre: in questo caso è consigliabile rivolgersi al medico.
È consigliabile evitare la compressione della regione perineale e scrotale per due mesi e dunque meglio evitare la bicicletta.
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Dr. Andrea Cocci
urologo e andrologo
La scelta di dedicare la mia vita professionale all’urologia ed in particolare alla chirurgia andrologica e ricostruttiva è frutto di una profonda passione per l’anatomia, l’arte chirurgica ed in generale il processo diagnostico terapeutico che porta alla guarigione del paziente. Patologia oncologica, infertilità, disfunzione erettile, malattie del pene o semplicemente disturbi prostatici affliggono irrimediabilmente non solo l’individuo ma anche la dimensione di coppia.
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