Tumore prostatico
Tumore prostatico
Il tumore alla prostata è il tumore più diffuso nella popolazione maschile italiana. Nonostante l’incidenza elevata, il rischio che la malattia abbia un esito infausto è basso, soprattutto se si interviene in tempo.
Il tumore ha origine dalle cellule presenti all’interno della prostata, che cominciano a crescere in maniera incontrollata. Questa ghiandola è molto sensibile all’azione degli ormoni, in particolare il testosterone, che ne influenzano la crescita.
Tra i fattori di rischio ci sono:
– Età: le possibilità di ammalarsi sono scarse prima dei 40 anni, ma aumentano sensibilmente dopo i 50 anni
– Familiarità: il rischio di ammalarsi è pari al doppio per chi ha un parente consanguineo (padre, fratello eccetera) con la malattia rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia.
– Mutazioni in alcuni geni come BRCA1 e BRCA2 o della Sindrome di Lynch
– Stile di vita: dieta ricca di grassi saturi, obesità, mancanza di esercizio fisico
Diagnosi
Nelle fasi iniziali il tumore è asintomatico, quindi solitamente il sospetto deriva dalla crescita anomala del PSA, antigene prostatico specifico, rilevato da un esame del sangue a cui ogni over 50 dovrebbe sottoporsi. In alternativa anche il rilievo di un nodulo prostatico all’esplorazione rettale o all’ecografia è motivo sufficiente per intraprendere i dovuti accertamenti.
La diagnosi di baserà su:
• Risonanza magnetica pelvica
• Biopsia prostatica, ovvero prelievo del materiale prostatico tramite un ago cavo guidato ecograficamente all’intervento della prostata. Il materiale viene poi sottoposto a un esame istologico.
In base alle informazioni derivanti da questi esami di imaging si stabilisce la necessità o meno di procedere con ulteriori esami per stadiare la malattia (Scintigrafia ossea, TC total body).
Terapia
La terapia deve essere adattata allo stadio del tumore e considerare sempre le preferenze del paziente.
Le principali opzioni terapeutiche sono:
• Sorveglianza attiva: monitorizzazione della crescita tumorale senza eseguire terapia ma solo controllando che il tumore non diffonda oltre l’attuale stadio. Questo è possibile per tumori poco estesi e poco aggressivi.
• Radioterapia
• Terapia medica: utilizzo di terapia medica per bloccare la crescita tumorale, principalmente deprivando l’organismo e il tumore di testosterone, fondamentale per la crescita.
• Prostatectomia radicale: rimozione dell’intera prostata insieme alle vescichette seminali, eventualmente associata alla rimozione dei linfonodi regionali. Attualmente la tecnica robotica è molto utilizzata nei Centri di riferimento.
• Nuove tecniche mininvasive, tra cui HIFU (High-Intensity Focused Ultrasound)
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Dr. Andrea Cocci
urologo e andrologo
La scelta di dedicare la mia vita professionale all’urologia ed in particolare alla chirurgia andrologica e ricostruttiva è frutto di una profonda passione per l’anatomia, l’arte chirurgica ed in generale il processo diagnostico terapeutico che porta alla guarigione del paziente. Patologia oncologica, infertilità, disfunzione erettile, malattie del pene o semplicemente disturbi prostatici affliggono irrimediabilmente non solo l’individuo ma anche la dimensione di coppia.
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