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Protesi idrauliche peniene: un’innovativa soluzione al deficit erettile

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Protesi idrauliche peniene: un’innovativa soluzione al deficit erettile

In alcuni articoli precedenti: Impotenza rimedi: terapie, chirurgia e prevenzione” e “Operazione pene curvo: una scelta su cui riflettere abbiamo iniziato a conoscere cosa sono e a cosa servono le protesi idrauliche. Vogliamo adesso soffermarci meglio su cosa sono, come sono fatte e come funzionano le protesi idrauliche peniene.

In generale le protesi di pene, sono dispositivi endocavernosi utilizzati su pazienti affetti da disfunzione erettile per i quali la terapia farmacologica, non ha prodotto risultati soddisfacenti. Si tratta di impianti inseriti chirurgicamente per correggere anomalie congenite o acquisite, del pene. Sono utilizzate altresì per curare patologie quali, ad esempio, il pene curvo o la Malattia di Peyronie. Infine, sono impiegate anche nella conversione ginoandroide.

I dispositivi inseriti nell’apparato non vanno, in alcun modo, a modificare lo stato di turgore del glande, la sensibilità peniena, o l’orgasmo, che, quindi, rimangono sempre gli stessi, indipendentemente dall’operazione chirurgica.

Protesi peniena: tipologie e aspettative

Come detto in precedenza, le protesi al pene sono di diverse tipologie:

  • Idraulica tricomponente
  • Idraulica bicomponente
  • Malleabile monocomponente o semirigida
  • Soffice
  • Rigidità differenziata (spectra)

Scegliere un dispositivo, piuttosto che un altro, è una decisione che deve essere presa dal medico chirurgo impiantatore e dal paziente stesso. Diversi i fattori da considerare per una decisione consapevole dell’intervento:

  • età del paziente
  • aspettative
  • severità della disfunzione erettile
  • conformazione anatomica del pene ed eventuali malformazioni associate
  • condizioni generali del paziente ed eventuali malattie associate (come, ad esempio, diabete, ipertensione, neoplasia, ecc…)
  • capacità/abilità del paziente ad attivare e utilizzare la protesi e a coinvolgere il/la partner

Non è sempre una scelta facile, soprattutto perché conta notevoli risvolti psicologici da parte del paziente. L’intervento dell’urologo costituisce, quindi un valido e concreto sostegno nella scelta ottimale per i vari casi specifici.

Protesi idrauliche peniene: componenti e materiali

Le protesi idrauliche peniene sono manufatti tricomponenti costituiti da varie elementi. Strumenti complessi, perfezionati nel corso del tempo e migliorati grazie a nuove invenzioni e materiali innovativi. Le protesi idrauliche sono composte da:

  1. un piccolo serbatoio (che contiene il liquido necessario a gonfiare i cilindri)
  2. due cilindri di silicone (o altro materiale biocompatibile) gonfiabili, inseriti nei corpi cavernosi del pene
  3. un meccanismo di attivazione/disattivazione rappresentato da una piccola pompa e un pulsante (la pompa è posizionata nello scroto). I cilindri, la pompa e il serbatoio sono tra loro connessi mediante sottili tubi di raccordo.

Le protesi idrauliche peniene sono sistemi autonomi, pieni di fluidi, composti dai tre elementi sopra elencati: un serbatoio (posto nell’addome), due cilindri penieni e una pompa.

Ogni parte è collegata da tubi in silicone. Si tratta di componenti condizionati alla risonanza magnetica, ad  elevata soddisfazione del paziente.

Protesi idrauliche peniene

Oggi gli impianti presentano miglioramenti significativi rispetto ai modelli precedenti. Infatti contano un’elevata valutazione da parte del paziente per la loro rigidità, circonferenza e facilità di occultamento. Gli impianti sono facili da usare per i pazienti, grazie anche alla qualità e alla resistenza dei materiali costitutivi. Tra i molteplici vantaggi che rendono l’utilizzo delle protesi idrauliche, semplice e immediato, troviamo:

  • Materiale bioflex che aumenta e migliora la resistenza del cilindro
  • Presenza di un’eventuale valvola di sicurezza progettata per prevenire l’autogonfiaggio
  • Rivestimento idrofilo che aumenta l’assorbimento della soluzione acquosa per facilitare il posizionamento chirurgico
  • Un sistema brevettato per sgonfiare facilmente il dispositivo
  • Un tubo di ingresso, della base prossimale ad angolo zero gradi, per facilitare il posizionamento chirurgico
  • Presenza di una punta morbida progettata per un adeguato posizionamento anatomico

Protesi idrauliche peniene: cosa fanno e cosa non fanno

Le protesi del pene servono da aiuto e supporto per combattere le disfunzioni erettili che non rispondono positivamente ai trattamenti farmacologici. Inoltre sono utili nei pazienti affetti da Malattia di Peyronie perché consentono un ottimo raddrizzamento del pene (soprattutto per protesi “soffici” dotate di rigidità assiale). L’intervento è poco invasivo, semplice e relativamente veloce.

Importante anche specificare cosa “non fa” una protesi idraulica peniena:

  • non ripristina eiaculazione o orgasmo, se questi già non erano presenti prima dell’intervento, o comunque erano precedentemente compromessi
  • non allunga il pene
  • lascia invariato il desiderio sessuale, che non aumenta dopo l’intervento

L’operazione lascia quindi invariate la sensibilità del pene e, di conseguenza, l’orgasmo percepito. Eiaculazione e concepimento sono possibili, se queste funzioni non erano già precedentemente compromesse da altre patologie o interventi. Le dimensioni del pene prima e dopo l’intervento, rimangono sempre le stesse.