Ipogonadismo maschile: riduzione dell’attività funzionale delle gonadi
L’ipogonadismo maschile è una patologia del sistema endocrino (o ormonale), cioè del sistema che ha il compito di produrre e immettere nel corpo umano determinate sostanze chiamate ormoni. L’ipogonadismo consiste, nello specifico, nella riduzione dell’attività funzionale delle gonadi (organi sessuali primari dell’apparato riproduttore dell’essere umano). Nell’uomo questa condizione si manifesta quando il testicoli, cioè le gonadi maschili, presentano una produzione ridotta degli ormoni sessuali, in particolare del testosterone. Le cause che portano all’ipogonadismo sono diverse e i sintomi manifestati possono cambiare a seconda dei casi e dei soggetti. La terapia, in genere, è di tipo ormonale e consiste nella somministrazione di esogena di testosterone.
Gonadi – Ipotalamo e Ipofisi
Per capire cosa sia effettivamente l’ipogonadismo maschile, descriviamo brevemente come funzionano le gonadi. Gli organi riproduttivi primari nell’uomo sono i testicoli. Le gonadi sono controllate dall’ipotalamo e l’ipofisi. L’ipotalamo secerne ormoni di natura proteica, denominati ormino RH o ormoni di rilascio. Questi ormoni particolari agiscono sull’ipofisi determinando la secrezione di altri ormoni.
Tra i quattro diversi tipi di ormoni prodotti dall’ipotalamo, c’è l’ormone GnRH. Questo ormone stimola l’ipofisi a secernere le gonadotropine (FSH e LH). Tutti questi elementi assieme hanno il compito di stimolare le gonadi a produrre ormoni sessuali (tra cui anche il testosterone).
In presenza di ipogonadismo, le gonadi producono meno testosterone perché la loro attività funzionale è meno marcata.
Gli ormoni sessuali e quindi anche il testosterone, servono a determinare le caratteristiche sessuali e l’apparato genitale nel suo insieme. Quindi nell’uomo, il testosterone, serve a far sviluppare i testicoli, il pene, i peli pubici, e i muscoli.
Ipogonadismo maschile: tipologie e classificazioni
Esistono due diverse tipologie di classificazione dell’ipogonadismo maschile. Il primo prevede una suddivisione tra ipogonadismo:
- Primario – quando la patologia è dovuta ad un difetto o un malfunzionamento delle gonadi. In questo caso i segnali dell’ipotalamo e dell’ipofisi sono corretti, ma c’è qualcosa che non funziona correttamente a livello di organi riproduttivi.
- Secondario – in questo caso la malattia si sviluppa a seguito di un malfunzionamento dell’ipotalamo o dell’ Al contrario del primario, nel secondario le gonadi sono sane e funzionano come dovrebbero, mentre l’ipotalamo e l’ipofisi hanno qualcosa che non va.
Il secondo sistema di classificazione invece vede l’ipogonadismo:
- Congenito – si tratta di ipogonadismo maschile presente sin dalla nascita.
- Acquisito – la malattia è sviluppata nel corso della vita a seguito di particolari eventi e circostanze scatenanti.
Ipogonadismo maschile: cause
Le cause scatenanti ipogonadismo maschile sono diverse e cambiano a seconda che si tratti del primario, o del secondario. I fattori di rischio per l’ipogonadismo maschile primario sono:
- malattie genetiche dei cromosomi sessuali (come ad esempio la sindrome di Klinefelter)
- criptorchidismo
- orchite post-parotite
- alcuni interventi chirurgici degli organi sessuali
- trattamenti di natura chemioterapica o radioterapica (anche se in questo caso l’ipogonadismo è di solito temporaneo)
Le cause invece dell’ipogonadismo maschile secondario sono:
- sindrome di Kallmann
- malattie dell’ipofisi
- alcune malattie infiammatorie che colpiscono ipotalamo ed ipofisi
- alcune malattie infettive
- obesità
- invecchiamento
- emocromatosi
- prolungata assunzione di farmaci oppiacei contro il dolore
- carenze nutrizionali
Sintomatologia
I sintomi dell’ipogonadismo, come abbiamo detto, sono diversi a seconda che il soggetto interessato dalla patologia sia di sesso maschile, o femminile. Nell’uomo i sintomi più comuni sono:
- ridotto sviluppo muscolare
- crescita anomala del seno
- disfunzione erettile
- minimo sviluppo del pene
- ridotto sviluppo dei testicoli
- infertilità
- ridotta o nulla produzione di spermatozoi
- affaticamento ricorrente
- diminuzione del desiderio sessuale
- osteoporosi
- perdita dei capelli
- vampate di calore
- difficoltà a concentrarsi
visti i molteplici sintomi scaturiti dalla patologia, una diagnosi corretta è davvero molto importante per riuscire ad individuare il problema e risolverlo in tempo. Di solito l’urologo richiede esami di dosaggio ormonale su un campione di sangue del paziente e test di diagnostica per immagini.
Con gli esami di dosaggio ormonale si vogliono controllare:
- Livelli di FHS
- Livelli di LH
- Quantitativo di testosterone
Mentre con il test di diagnostica per immagini viene valutato lo stato di salute degli organi genitali interni, cercando eventuali presenze di tumori ai testicoli, oppure all’ipotalamo o a livello di ipofisi.
Ipogonadismo maschile: trattamenti
I trattamenti sono di solito a livello ormonale e consistono nella somministrazione dell’ormone mancante o carente. Il trattamento maschile prende il nome di terapia sostitutiva con testosterone (TRT), ossia nella somministrazione esogena di testosterone. In alcuni casi i dottori possono ritenere necessaria l’aggiunta della prescrizione del GnRH esogeno al trattamento ormonale (soprattutto quando si tratta di soggetti in età prepuberale e in caso di ridotta produzione di spermatozoi).