Epididimite: cura, terapia e riduzione del dolore
L’articolo del 24 agosto: “L’epididimite: uno sporadico, ma pericoloso, disturbo dello scroto” ha introdotto un argomento piuttosto importante per la salute e il benessere dell’apparato riproduttivo maschile. Abbiamo infatti iniziato a conoscere cos’è l’epididimite, descrivendola come un’infiammazione dell’epididimo che si manifesta dopo aver contratto malattie sessualmente trasmissibili. Questa patologia è molto diffusa tra i più giovani, carenti di un’adeguata educazione sessuale, mentre tra gli adulti è conseguenza di interventi chirurgici o dell’ipertrofia prostatica benigna. Oggi, vogliamo invece occuparci dell’epididimite, cura, trattamenti e metodologie per ridurre il dolore causato dalla patologia. Un approfondimento sulla diagnosi e sulle possibili terapie da seguire.
Diagnosi epididimite
Come per qualunque altra patologia, al manifestarsi dei primi sintomi, è importante rivolgersi subito al proprio urologo. Tra i sintomi più comuni, ricordiamo:
- eiaculazione dolorosa
- dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
- arrossamento dello scroto
- gonfiore testicolare
- infiammazione genitale
- febbre
- brividi
- ingrossamento dei linfonodi inguinali
- disuria
- perdite uretrali
- dolori al basso ventre
Il medico quindi, procederà innanzitutto ad un esame obiettivo, alla palpazione del testicolo e ad un’esplorazione rettale. Questa è utile per verificare le condizioni di salute delle vescicole e a constatare un’eventuale ingrossamento della ghiandola prostatica. Il medico può inoltre richiedere esami supplementari del sangue e delle urine, che possono servire a confermare o meno la presenza dell’infezione batterica.
A seguito di queste verifiche, se il quadro clinico non fosse ancora chiaro, è possibile l’esecuzione di:
- TAC dei testicoli – La TAC serve a capire in quali zone del testicolo confluisce una maggiore o minore quantità di sangue. Al soggetto è effettuata un’iniezione endovenosa di una sostanza farmacologica radioattiva, grazie alla quale sono evidenziate le diverse aree di flusso sanguigno. La dove l’apporto di sangue è maggiore, denota la possibilità di trovarsi difronte ad una epididimite. Lo scarso apporto di sangue, invece, potrebbe far intendere il manifestarsi di una torsione testicolare (fenomeno del testicolo torto).
- Ecografia – si tratta di un esame non invasivo che serve a verificare le strutture anatomiche interne dei testicoli. Con questo esame è possibile escludere tumori ai testicoli e torsione del testicolo.
- Screening per malattie veneree – è un esame che serve a ricercare e accertare l’eventuale presenza di batteri patogeni. é utile per accertare l’agente eziologico e di conseguenza per scegliere poi il trattamento farmacologico migliore per debellare il batterio. L’esame avviene con l’inserimento di un sottile tampone nel pene per prelevare un campione di fluido dall’uretra.
Epididimite: cura
Trattandosi di un’infiammazione, l’epididimite è trattata, principalmente, con una cura farmacologica. Questa prevede la somministrazione di specifici antibiotici, che mirano proprio a quel particolare agente patogeno (come ad esempio la ofloxacina, o la doxiciclina). In alcuni casi si rende necessario somministrare i FANS (Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei), che si rivelano molto utili in caso di epididimite non batterica. È consigliata anche l’applicazione di ghiaccio direttamente sullo scroto, nei casi di forme piuttosto gravi. In determinate circostanze il soggetto affetto da epididimite è addirittura ospedalizzato, per monitorare gli eventuali progressi e la risposta ai trattamenti.
Quando il dolore accusato arriva a dei livelli intollerabili, l’urologo potrebbe addirittura richiedere la somministrazione di oppioidi. Per l’epididimite, cura, trattamenti, e rimedi, appena elencati, potrebbero non essere sempre efficaci. In questo caso, è necessario quindi ricorrere ad un intervento medico, chiamato legatura della vena, oppure vasectomia. Nella legatura della vena, al paziente è praticata un’iniezione composta da un mix farmacologico (analgesici, steroidi, FANS) a livello del nervo dell’epididimo.
A seguito di questa iniezione, il dolore scompare. Purtroppo però, l’effetto è solo temporaneo. A distanza di due o tre mesi, è probabile che il dolore torni a ripresentarsi. A quel punto è necessario sottoporsi nuovamente al medesimo intervento. Nonostante tutto, il dolore potrebbe ancora tornare a ripresentarsi e a quel punto, l’unica strada possibile da seguire, è quella dell’escissione dell’epididimo. L’epididimectomia può essere totale o parziale ed è la soluzione migliore nel caso di ascesso scrotale.
Epididimite: cura e riduzione del dolore
Oltre a tutte le precedenti cure descritte nel paragrafo antecedente, per alleviare al meglio il dolore accusato, al soggetto è consigliato di
- Rimanere a letto, in posizione distesa, affinché la tensione dei tessuti venga meno
- Applicare localmente del ghiaccio sullo scroto
- Astenersi totalmente dall’avere rapporti sessuali
L’epididimite è una malattia che normalmente è curata con facilità, magari attraverso la semplici somministrazione di specifici antibiotici. Come sempre la cosa migliore, rimane comunque quella di rivolgersi immediatamente ad un urologo specializzato per trovare quanto prima la soluzione migliore.