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Biopsia della prostata: cos’è, cosa prevede la preparazione all’esame e com’è eseguita

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Biopsia della prostata: cos’è, cosa prevede la preparazione all’esame e com’è eseguita

La biopsia della prostata è un esame diagnostico che serve a scongiurare, oppure confermare, la presenza di un Tumore alla Prostata. L’esame consiste nel prelevare dei piccoli campioni di tessuto prostatico che sono poi osservati al microscopio ottico. Affinché l’esame risulti attendibile, durante il campionamento, deve essere prelevato un numero sufficiente e significativo di campioni per l’esame istologico. Il numero e le dimensioni dei campioni prelevati è molto rilevante, perché, visto che l’eventuale carcinoma prostatico può essere molto piccolo, è possibile che i campioni siano prelevati lontani dalla massa tumorale. Questo può portare a restituire dei falsi positivi e alla necessità di effettuare un nuovo controllo PSA (Antigene Prostatico Specifico). In seguito alla verifica sarà poi necessario, a distanza di qualche mese, ripetere nuovamente la biopsia della prostata.

Biopsia della prostata: la preparazione all’esame

Prima di sottoporsi ad una biopsia della prostata sono solitamente richieste alcune accortezze da parte dell’urologo. Si tratta di accorgimenti necessari che servono a ridurre al minimo eventuali complicazioni e/o gravi conseguenze per la salute del paziente. Per evitare e prevenire fenomeni emorragici, è necessaria la sospensione dell’assunzione dei farmaci che diminuiscono la capacità coagulativa del sangue:

  • warfarin (Coumadin)
  • acenocumarolo (Sintrom)
  • FANS (Cardioaspirina, Aspirinetta, paracetamolo, ibuprofene ecc…)

Allo stesso modo va interrotta l’assunzione degli integratori erboristici dotati delle medesime proprietà, come Ginkgo Biloba, zenzero, aglio, ecc… L’inizio della sospensione dell’assunzione di queste sostanze è stabilito dal medico e varia a seconda dei casi, arrivando perfino a due settimane. Allo stesso modo è sempre il dottore a stabilire l’eventuale necessità di adottare terapie sostitutive.

Per evitare le complicazioni infettive è possibile che venga iniettata intramuscolo, una soluzione di antibiotico. In alternativa all’iniezione, potrebbe essere richiesta la somministrazione di antibiotici per via orale o parenterale, da un giorno dell’esame, fino a tre giorni dalla conclusione dello stesso.

Qualche giorno prima della biopsia della prostata è richiesta anche una pulizia della mucosa rettale (clistere). La pulizia è necessaria a rimuovere qualunque residuo possa ostacolare in qualche modo la sonda ecografica. Non è invece richiesto il digiuno, come per le consuete operazioni chirurgiche, ma è necessario arrivare all’esame con la vescica sufficientemente gonfia, ma non piena.

La biopsia della prostata è eseguita sotto leggera sedazione, o anestesia locale. Per questo motivo è consigliato essere accompagnati all’esame ed evitare di mettersi alla guida subito dopo. In alcuni casi, il paziente è trattenuto per un breve periodo di tempo che serve ad accertarsi delle buone condizioni fisiche generali.

Biopsia della prostata: come è eseguita

La biopsia della prostata si rende necessaria per individuare eventuali tumori alla ghiandola prostatica, che solitamente sono troppo piccoli perché possano essere individuati da esami non invasivi (come TAC, Risonanza Magnetica Nucleare e PET).

L’esame è eseguito facendo sdraiare il paziente su un fianco, con le cosce flesse verso il petto. In alternativa a questo posizione, il paziente può mettersi nella posizione “ginecologica”, vale a dire supino e a gambe divaricate. Prima di eseguire l’esame vero e proprio, l’urologo effettua solitamente un’esplorazione digitale del retto e della prostata. In seguito a questa, il medico inserisce una sonda ecografica lubrificata nell’ano. Questa è fatta risalire per la lunghezza del retto fino ad arrivare alla visualizzazione della prostata che è mostrata al medico, direttamente su un apposito monitor. Per rimandare l’immagine, la sonda utilizza un fascio di onde sonore che serve a valutare il relativo grado di risposte dei vari tessuti.

Biopsia della prostata

A questo punto il medico inietta una piccola dose di anestetico (lidocaina) in prossimità della prostata e attende qualche minuto che il farmaco faccia effetto. Appena il farmaco inizia ad agire, il dottore utilizza uno speciale ago da biopsia e le immagini ecografiche per prelevare dagli 8 ai 16 frammenti di prostata. Il numero dei campioni varia in base a diversi parametri: dimensioni della ghiandola prostatica, risultati di eventuali precedenti biopsie della prostata e sospetti clinici conseguenti all’esplorazione rettale.

Biopsia prostatica transrettale

La biopsia della prostata eseguita normalmente è quella appena descritta, che prende il nome di

Biopsia prostatica transrettale. Di norma è questo il procedimento eseguito, ma esiste anche un’alternativa secondo la quale l’inserimento della sonda, nonché il prelievo dei campioni, è eseguito attraverso il perineo.

Entrambi i metodi sono sicuri ed efficaci. La scelta dell’uno, piuttosto che l’altro, quindi dipende solo dal dottore. Fino a qualche anno fa, la biopsia della prostata poteva essere eseguita con tecniche trans-perineali e trans-rettali sotto controllo digitale, cioè senza l’ausilio dell’ecografia. Oggi invece sono cadute in disuso. Molto rara anche la biopsia della prostata eseguita con un citoscopio.