Varicocele: cura, trattamento e farmaci
Nei precedenti due articoli: “Sintomi del varicocele: come si manifesta e a quali complicanze può portare” e “Varicocele: cause del secondario e dell’idiopatico”, abbiamo iniziato a vedere cos’è il varicocele e quali sintomi manifesta questa particolare condizione. Approfondiamo adesso il tema dal punto di vista delle cure e dei trattamenti. Oggi del varicocele, cura, terapia e approccio dipende dalla sintomatologia. Nella maggior parte dei casi questa condizione si manifesta come idiopatica.
Significa che le cause scatenanti non sono ben definibili e riconoscibili. In molti casi è addirittura asintomatico. Quando si presenta questa specifica condizione, allora non è necessario alcun trattamento o intervento affinché il paziente possa continuare a vivere la propria vita serenamente. In altre circostanze però, il varicocele può causa dolori sporadici, o addirittura persistenti. Cambia allora l’approccio e i trattamenti da seguire. Ogni caso e ogni paziente richiede comunque una visita e un esame approfondito da parte di un urologo esperto.
Varicocele: com’è diagnosticato
Abbiamo quindi visto che, per quanto concerne il varicocele, cura e trattamento dipendono dalla sintomatologia, che varia di caso in caso. Tutto inizia però da una corretta diagnosi della problematica. Ricordiamo che il varicocele è una anomala dilatazione delle vene che si trovano all’interno dello scroto. Queste vene hanno il compito di drenare il sangue povero di ossigeno, spingendolo verso il cuore affinché riprenda il processo di ossigenazione. Al dilatarsi delle vene può manifestarsi gonfiore testicolare e un dolore, più o meno acuto, allo scorto.
Quando il varicocele provoca dolore acuto o persistente, la diagnosi si basa sul resoconto dei sintomi da parte del paziente, su un esame obiettivo e, quando necessario, su un’ecografia scrotale. Quando invece la condizione è asintomatica, può essere diagnosticata solo attraverso l’ecografia scrotale. Oltre alla condizione asintomatica, il disturbo può manifestarsi anche come sintomo secondaria legato a tumori con sede addominale o pelvica. In quest’ultimo caso è possibile che l’urologo prescriva anche un’ecografia addominale al paziente. Così è possibile stabilire, in via del tutto definitiva, se è presente o meno un tumore che ha portato a manifestare anche il varicocele. Una condizione che si presenta soprattutto negli uomini di età superiore ai 40 anni.
A chi invece riscontra delle difficoltà ad avere figli, è spesso prescritta anche una test di fertilità, come ad esempio lo spermiogramma.
Varicocele: cura e trattamento
Una volta diagnosticato, il varicocele deve essere trattato quando causa dolori acuti, o persistenti. Quando invece è asintomatico, non è necessaria nessuna specifica terapia, perché il paziente può continuare a vivere tranquillamente senza accusare alcun disturbo o fastidio. In caso di dolore sporadico, sono di solito indicati dei rimedi e delle cure conservative, in modo da tenere sotto controllo i vari sintomi. Tra le cure conservative si rammenta, ad esempio, l’utilizzo di specifiche mutande realizzate appositamente per chi soffre di questa patologia e l’assunzione di farmaci antinfiammatori come, ad esempio, paracetamolo e l’ibuprofene.
Se il varicocele causa invece un dolore grave e persistente allo scroto, oppure riduce la fertilità o porta all’atrofia testicolare, allora è necessaria la chirurgia o la radiologia interventistica.
Se il varicocele invece è di natura secondaria e quindi si è manifestato a seguito della comparsa di un tumore addominale o pelvico, il trattamento consiste nella rimozione della massa tumorale.
Intervento varicocele: ecco in cosa consiste
Abbiamo visto che nei casi di varicocele idiopatico che causa dolori forti e persistenti e può essere la causa di una consistente diminuzione di fertilità, o addirittura di atrofia scrotale, è necessario l’intervento chirurgico. Oggi la chirurgia segue due diverse strade:
- chirurgia tradizionale – intervento a cielo aperto. È eseguita in anestesia generale, o locale. È praticata un’incisione cutanea all’altezza dell’inguine e prevede l’isolamento delle vene dilatate del plesso pampiniforme. L’incisione può comunque essere praticata in diversi sedi: a livello inguinale, a livello addominale (o retroperitoneale) o a livello sottoinguinale. L’operazione è praticata con l’ausilio di un microscopio chirurgico e un ecodoppler. Al termine dell’operazione, l’incisione è chiusa con diversi punti di sutura.
- chirurgia laparoscopica – si tratta di un intervento che utilizza la laparoscopia. è una tecnica meno invasiva della precedente. Il chirurgo accede alla cavità addominale, o alla cavità pelvica, attraverso una piccolissima incisione di un solo centimetro. La grandezza dell’incisione è sufficiente a far entrare gli strumenti chirurgici necessari all’operazione. Anche in questo caso, l’intervento è realizzato in anestesia generale. Il ricovero ospedaliero non dura mai più di un giorno, ma dipende comunque di caso in caso.
A volte la chirurgia è davvero l’unica strada che può essere intrapresa per trattare il varicocele. Come per ogni altra operazione, esistono pro e contro che solo il chirurgo che effettuerà l’intervento può spiegare e illustrare nel dettaglio al proprio paziente.