Tumore del testicolo: sintomi, complicazioni e diagnosi
L’articolo: “Tumore al testicolo: cos’è e quali sono le cause più comuni” spiegava cos’è un tumore testicolare e com’è classificata la patologia in base alle cause e ai vari sintomi manifesti. Una forma tumorale particolarmente rara che, nonostante la bassa percentuale di casi, arriva comunque ad interessare un gran numero di soggetti appartenenti alla popolazione maschile. Il tumore del testicolo ha incrementato i casi di pazienti affetti dalla patologia, di anno in anno, ma contestualmente, si sono anche ridotti i tassi di mortalità. Pratiche di screening e prevenzione, hanno aiutato, nel corso del tempo, ad individuare la patologia anticipatamente, ottenendo notevoli risultati e offrendo ottime possibilità di guarigione. Importante, a tal proposito, saperne riconoscere subito i sintomi per rivolgersi immediatamente ad uno specialista urologo che possa indirizzare sulla strada del giusto trattamento.
Tumore del testicolo: i sintomi
Il tumore testicolare può attaccare uno o entrambi i testicoli. Quando si manifesta lo fa attraverso una sorta di rigonfiamento del o dei testicoli colpiti. La tumescenza si presenta come un vero e proprio “bozzo”, al tatto sensibile, ma indolore, di dimensioni variabili a seconda di caso e paziente. Si va dalle dimensioni di un piccolo pisello, a quelle di una vecchia biglia di vetro.
La protuberanza però non è il solo sintomo manifesto del tumore del testicolo. Altri infatti sono i disturbi che è possibile accusare in presenza di questa grave malattia:
- pesantezza dello scroto
- dolore sordo o acuto ai testicoli (ad uno o entrambi a seconda della localizzazione del carcinoma)
- affaticamento
- malessere generale
- idrocele – accumulo di liquidi attorno allo scroto
Quando si palpa la presenza di una protuberanza ad uno o entrambi i testicoli, non è detto che si tratti propriamente di una neoplasia. La cosa migliore da fare, in ogni caso e soprattutto in caso di incertezza, è quella di rivolgersi quanto prima al proprio urologo di fiducia. Una visita da un professionista potrà fugare ogni dubbio e fare luce sulla situazione. Meglio comunque non trascurare l’eventuale presenza di una tumescenza testicolare e approfondire invece subito la situazione. La grandezza del turgore è variabile e si va piccole dimensioni (T1), a medio grandi (T2 e T3), fino ad arrivare a quelle veramente molto grandi (T4).
Trascurare un tumore del testicolo, soprattutto nelle fasi iniziali, può portare a serie complicazioni. La neoplasia infatti potrebbe diffondersi ad organi circostanti e ad altre parti del corpo. Attraverso il sistema linfatico o quello sanguigno infatti può arrivare ad attaccare i linfonodi (vicini e lontani) per arrivare poi ad altri importanti organi (polmoni, fegato, ecc…).
Tumore al testicolo come riconoscerlo
La diagnosi del tumore del testicolo può avere inizio con un esame obiettivo. Il dottore infatti può verificare, durante una visita preliminare, se il paziente presenta effettivamente un tumore o meno. Utilizzando un piccola luce può difatti verificare se questa attraversa o meno lo scroto. Se la luce filtra la protuberanza, è probabile allora che lo scroto contenga del liquido (una cisti ad esempio). Invece se la luce non filtra è segno che è molto probabile che la massa sia di origine solida e non liquida e, di conseguenza, ci sono buone probabilità che si tratti di un tumore testicolare.
Durante la visita il medico esamina e indaga anche la storia clinica del paziente, alla ricerca di eventuali familiarità, o criptorchidismo. In seguito il medico può prescrivere diversi esami per continuare la valutazione del caso:
- ecografia scrotale
- analisi del sangue
- biopsia
- altri test
Ecografia scrotale
Si tratta di un’ecografia dello scroto. È utilizzata per valutare il dolore ai testicoli e per individuare eventuali masse solide al loro interno. L’ecografia serve per confermare la presenza di masse solide all’interno del testicolo, la loro forma, dimensione e posizione.
Analisi del sangue
Le analisi del sangue servono ad individuare i marker tumorali. In pratica dopo che il tumore del testicolo si forma, rilascia delle particolari sostanze nel sangue, che possono essere facilmente individuate da un esame specifico. Non sempre i tumori testicolari rilasciano però queste sostanze, ragion per cui le analisi non possono sempre essere prese come riferimento certo.
I marker tumorali, ricercati nel sangue:
- AFP (alfafetoproteina) – è utile soprattutto per monitorare una neoplasia già nota. Una riduzione di questa proteina, può essere un indicatore che il trattamento sta funzionando correttamente e che non vi sono recidive
- HCG (gonadotropina corionica) – l’aumento di questa glicoproteina nel sangue è indicativo della presenza di alcuni tumori benigni e maligni, soprattutto dell’ovaio, del testicolo e del trofoblasto
- LDH (lattato deidrogenasi) – un enzima che si trova nella maggior parte delle cellule dell’organismo. È rilevato come indicatore della stadiazione e/o monitoraggio dei trattamenti di processi neoplastici.
Biopsia
Si tratta del test definitivo che serve a confermare o smentire la presenza del tumore del testicolo. Come per ogni biopsia prevede il prelievo di un campione di tessuto dal testicolo infetto e dalla sua successiva osservazione al microscopio. Le cellule tumorali, al microscopio, sono facilmente individuabili e riconoscibili.
Altri test
Esistono alcuni altri test ed esami eseguibili quando si teme che il tumore del testicolo abbia attaccato i linfonodi e altri organi e tessuti del corpo. Tra questi ricordiamo ad esempio:
- radiografia del torace
- risonanza magnetica nucleare (RMN)
- tomografia assiale computerizzata (TAC)