Tumore alla prostata sopravvivenza e prospettive future
L’articolo: “Tumore alla prostata: aspettative di vita, dati e statistiche” ha spiegato, in modo esaustivo, quanto la mortalità per tumore alla prostata sia in netto calo e, di conseguenza, come sono allungate le prospettive di vita di un paziente che ha affrontato la malattia. Quando si parla di tumore alla prostata, sopravvivenza e prospettive future sono argomenti che non possono non essere tirati in causa. Se da una parte abbiamo visto che, grazie alla ricerca e a tecnologie innovative ed avanzate, oggi è molto più comune sopravvivere ad un cancro alla prostata, da un altro bisogna anche vedere quali sono le prospettive future e come devono essere affrontate.
Tumore alla prostata sopravvivenza e domande sul futuro
La ricerca in materia di cancro alla prostata ha fatto fare passi da gigante all’attività medica. Oggi, grazie ai progressi nello screening, nella diagnosi precoce, nel miglioramento delle terapie e delle cure di supporto, la mortalità per cancro è in netto calo.
Si stima, infatti, che nel 2040, i sopravvissuti al cancro saranno oltre 26 milioni di pazienti. La maggior parte dei sopravvissuti avrà un’età compresa tra i 60 e gli 80 anni. Un dato che porterà, medici, pazienti e familiari, a dover affrontare nuove sfide ed opportunità. La comunità medica, infatti, dovrà fronteggiare sempre più pazienti sopravvissuti al tumore alla prostata per i quali devono essere tenuti in considerazione diversi aspetti, tra i quali anche gli argomenti giusti da affrontare e il metodo di approccio corretto per trattarli.
Ogni singolo specialista, dall’urologo al medico di famiglia, deve sapere come affrontare un sopravvissuto al cancro alla prostata, quali sono gli esami, i sintomi e gli aspetti psico-fisici da non sottovalutare mai.
Tumore prostatico ed ipotesi della recidiva
Sopravvivere ad un cancro alla prostata è un evento che segna, per tutta la vita, un paziente. Un evento che deve sempre essere preso in considerazione dalla comunità medica alla quale, quel paziente, si rivolgerà in futuro. Ogni successiva cura a cui si sottopone il paziente, rappresenta un continuum della cura del cancro.
Una delle sfide più importanti, e al tempo stesso, più difficile che paziente e medici devono affrontare, è quella della possibilità delle recidive e seconde neoplasie. Una sfida materiale, ma anche psicologica, visto che il paziente deve fronteggiare l’angoscia e la paura che la malattia si possa ripresentare, o che possa dover subire un altro genere di cancro. Fondamentale, in questa fase, l’approccio del medico e il tono con cui affrontare l’argomento.
Tumore alla prostata sopravvivenza e uno sguardo al futuro
In caso di pazienti sopravvissuti al tumore alla prostata, ci sono molti argomenti importanti da affrontare al meglio:
- effetti a lungo termine delle terapie
- prevenzione della malattia
- promozione di uno stile di vita sano (svolgendo una regolare attività fisica e seguendo una dieta equilibrata e completa)
- raggiungimento del benessere psicosociale
- riguardo e attenzione particolare verso le persone anziane e gli adolescenti
- un’efficace comunicazione medico-paziente
Ognuno di questi argomenti deve essere approcciato attraverso un dialogo medico-paziente finalizzato a normalizzare la situazione e, al tempo stesso, creare un fronte comune per risolvere le varie questioni. Il medico che ha in cura un paziente sopravvissuto al cancro alla prostata, deve saper presentare nel migliore dei modi, ogni conseguenza fisica e psicologica della malattia. Si parla dei sintomi più semplici, fino a vere e proprie problematiche legate alla comorbilità.
Un paziente che sopravvive al tumore alla prostata va in contro a diverse sfide, fisiche e psicologiche. Ricordiamo: rischio di secondi tumori primari, rischi cardiovascolari e primi sintomi come l’ipertensione e respiro corto, disfunzione cognitiva, problemi urologici e gastrointestinali. Ma non solo. Ricordiamo anche tutte le variazioni fisiologiche legate al trattamento del cancro: menopausa precoce, la perdita di massa ossea con la possibilità di una successiva osteoporosi, l’infertilità, l’impotenza e la disfunzione sessuale. Infine, ritroviamo anche i problemi squisitamente psicologici. Ansia, depressione, perdita di autostima, perdita della fiducia relazionale, difficoltà legate al tornare al lavoro, difficoltà a reintegrarsi con successo e ritrovare un ruolo socialmente produttivo, consapevolezza professionale, ecc…
Si può affrontare tutto. L’importante è farlo affidandosi sempre ad esperti del settore. Medici, urologi, andrologi, psicologi e chirurghi che sappiano fronteggiare la malattia sia dal punto di vista materiale, che da quello psicologico. Lasciare sempre aperta la porta del dialogo e trovare insieme la strada migliore per combattere paure e rischi correlati.