Tumore alla prostata: interventi mini-invasivi e non invasivi
Il tumore alla prostata è uno dei più comuni tumori maligni del maschio in Europa. Basta pensare che solo in Italia ogni anno sono diagnosticati oltre 42.000 casi. Gli uomini di età avanzata sono maggiormente soggetti a questa patologia e il rischio aumenta con l’aumentare dell’età.
In caso di tumore alla prostata le possibilità terapeutiche sono molteplici. Queste infatti spaziando dalle tradizionali tecniche radioterapiche e chirurgiche a cielo aperto, con ampia incisione addominale, sino alle più innovative tecniche mini-invasive e persino non invasive. La terapia ottimale è comunque sempre valutata dall’urologo in base alle caratteristiche del singolo paziente e dello specifico stadio tumorale, adattandosi alle esigenze e preferenze del paziente.
Tumore alla prostata cure
Le tradizionali tecniche chirurgiche invasive e radioterapiche hanno offerto per anni un valido strumento per la gestione della malattia e trovino ancora spazio in specifici casi. Purtroppo queste sono però legate ad importanti ripercussioni in termini di effetti avversi e complicanze. Tra le molte ricordiamo infatti:
- emorragie
- dolore postoperatorio
- inestetismi dovuti alle ampie incisioni addominali
- incontinenza urinaria – problemi di controllo vescicale, come ad esempio perdite occasionali di urina, vescica iperattiva, ecc…
- incontinenza fecale – occasionale, ma può sempre capitare e consiste nell’ involontaria ed incontrollata perdita di feci e gas intestinali
- disfunzioni sessuali – incapacità di raggiungere e/o mantenere un’erezione che consenta di portare a termine in modo soddisfacente un rapporto sessuale
Quando il tumore alla prostata è in fase iniziale, cresce lentamente e soprattutto non causa sintomi, il paziente può addirittura optare per ritardare i vari trattamenti. Si sottopone quindi ad un periodo di sorveglianza attiva che serve ad evitare interventi non necessari su tumori innocui e relative conseguenze. La sorveglianza attiva implica continui test di follow-up atti a misurare la progressione del tumore alla prostata (analisi del sangue, biopsie, esami rettali, ecc…). A seguito di questi esami, quando è chiaro che la patologia sta progredendo, è allora possibile, per il paziente, sottoporsi a diversi trattamenti, come la chirurgia o la radioterapia. Si tratta comunque di interventi le cui complicazioni hanno rappresentato un importante limite operativo, con conseguente impatto negativo sulla qualità di vita globale del paziente.
Tumore alla prostata e terapie alternative
Recentemente, per far fronte al progressivo aumento dell’età media e del benessere psico-fisico della popolazione maschile, con la conseguente richiesta di minori effetti avversi che influenzino negativamente la qualità di vita del paziente, è aumentato l’interesse per le tecniche mini-invasive e non invasive.
Queste consistono in trattamenti sovrapponibili alle metodiche classiche, ma che presentano maggiori vantaggi rispetto ai tradizionali interventi. Tra i vantaggi ricordiamo:
- minori effetti avversi
- preservazione della funzione sessuale (“sexual sparing”)
- preservazione della funzione urinaria
- minor sanguinamento
- minor dolore postoperatorio
La somma di tutti questi vantaggi ha rapidamente trasformato questi trattamenti nelle tecniche scelte in via preferenziale per pazienti giovani e ancora in buona salute.
Asportazione della prostata con la tecnica robotica
La tecnica robotica si è affermata, sopra ogni altra, come uno dei migliori metodi mini-invasivi nell’asportazione della prostata e degli eventuali linfonodi patologici associati in caso di tumore avanzato. Rappresenta il trattamento di eccellenza ed ha lo scopo di trattare totalmente e definitivamente il tumore prostatico. È impiegata nei casi in cui il tumore non ha diffuso agli organi circostanti ed è eseguita mediante l’utilizzo del Robot da Vinci.
Questo robot rappresenta la vera e propria frontiera chirurgica mininvasiva. Utilizzato a livello globale rappresenta il gold standard di chi sceglie questa tecnica mini-invasiva. I risultati sono più che soddisfacenti e presenta moltissimi vantaggi:
- ridotto tasso di complicanze
- ridotti effetti avversi
- minori tempi di degenza postoperatori
- migliori risultati estetici
L’impiego del Robot da Vinci consente al chirurgo di praticare piccolissime incisioni per risultati estetici migliori. Con questa tecnica sono necessarie molte meno trasfusioni e il dolore post operatorio è veramente ridotto. I pazienti che si sottopongono a questo genere di intervento impiegano molto meno tempo per tornare a svolgere le normali attività quotidiane.
Tumore prostatico e trattamenti mini invasivi
Negli ultimi anni sono emerse altre modalità terapeutiche assolutamente non invasive nei pazienti con tumore prostatico clinicamente localizzato. Queste permettono sia il trattamento dell’intera ghiandola, che quello focale del nodulo tumorale. Tutte queste modalità sono state sviluppate come procedure minimamente o assolutamente non invasive. L’obiettivo è quello di fornire una sicurezza oncologica equivalente, ma una ridotta tossicità e migliori risultati funzionali.
Tra questi, i risultati più ottimali sono stati forniti:
- ultrasuono focalizzato ad alta intensità (HIFU)
- ablazione crioterapica della prostata (crioterapia)
- terapia fotodinamica focale.
Pur essendo recenti innovazioni, sono disponibili dati scientifici sufficienti e, pur essendo completamente non invasive, queste tecniche si sono dimostrate sicure ed efficaci in specifici casi selezionati.
Inoltre, uno sviluppo ancora più recente è rappresentato dalla terapia ablativa focale. Con questa tecnica l’ablazione mirata alla lesione è intrapresa in modo preciso, risparmiando l’organo e preservando quindi totalmente la funzione fisiologica della ghiandola. In questo modo il tessuto patologico è comunque controllato in maniera adeguata. Allo stesso modo opera l’innovativa terapia focale a ultrasuoni focalizzati ad alta intensità (HIFU).