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Recidiva tumore prostata dopo radioterapia       

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Recidiva tumore prostata dopo radioterapia       

La ghiandola prostatica è soggetta a diverse patologie, tra cui quelle tumorali. Il carcinoma prostatico è affrontato con diversi trattamenti: chemioterapia, l’ormonoterapia e la radioterapia. In moltissimi casi le terapie intraprese hanno buon esito, ma qualche volta il tumore può ugualmente ripresentarsi. In questo caso si parla di recidiva. Una condizione riscontrabile con diversi esami, ma evidenziata, il più delle volte, dalla presenza nel sangue dell’Antigene Prostatico specifico (PSA) che supera determinati livelli. Vogliamo quindi approfondire meglio l’argomento della recidiva tumore prostata dopo radioterapia.

Tumore alla prostata: terapie e trattamenti specifici

Il tumore alla prostata è uno dei carcinomi più diffusi al mondo. Si riscontra nel 20% dei casi verificati nella popolazione maschile. Anche la sopravvivenza è molto elevata, in seguito a trattamenti e terapie specifiche.

I casi sono valutati di volta in volta e richiedono determinati interventi, a volte anche abbinati tra loro (asportazione della ghiandola + terapia farmacologica ormonale + radioterapia). La ricerca in questo settore è sempre molto attiva e ha individuato anche nuove forme di trattamento molto efficaci e meno invasive rispetto all’asportazione totale della prostata.

Recidiva tumore prostata dopo radioterapia: il PSA

Il PSA è un particolare enzima prodotto quasi esclusivamente dalla prostata. Si trovano tracce di PSA nel sangue, quando la prostata è regolarmente attiva. In presenza di un tumore prostatico l’ormone non viene più prodotto dalla ghiandola.

Quando nel sangue si riscontrano tracce di PSA significa che il tumore alla prostata si è ripresentato. Purtroppo però, il livello di PSA indica la presenza tumorale, ma non la dislocazione del carcinoma. È considerata recidiva tumore prostata dopo radioterapia quando i valori di PSA superano i 2ng/ml per i pazienti che abbiano effettuato cicli di radioterapia.

Affinché possa essere diagnosticata una recidiva biochimica, l’AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) raccomanda di effettuare un prelievo ematico almeno due volte presso lo stesso centro analisi. La percentuale di recidiva tumore prostata dopo radioterapia è compresa tra il 15% e il 40% entro i primi 5 anni dalla terapia.

Recidiva tumore prostata dopo radioterapia

Recidiva tumore prostata dopo radioterapia: come identificarla

Il follow-up è una fase di controllo continuo o periodico e programmato, utilizzato in campo sanitario. I pazienti che hanno subito un intervento e/o un trattamento contro un carcinoma prostatico, sono invitati a effettuare regolari follow-up. Non esistono indicazioni temporali uguali per tutti. La frequenza di controllo varia di caso in caso e da paziente a paziente, anche se di norma è consigliato effettuare un controllo ogni sei mesi. Il controllo in questione comprende:

  1. visita urologica con esplorazione rettale (per i primi 2 anni)
  2. dosaggio ematico del PSA (per i primi 5 anni).

Psma Pet

Nel momento in cui la recidiva biochimica è individuata per la presenza nel sangue dell’enzima PSA, significa che è presente solo microscopicamente. Questo significa che i normali esami quali la TAC e la scintigrafia ossea, non possono individuarne la collocazione.

In quest’ambito, ricerca e sviluppo hanno permesso di fare notevoli passi in avanti, soprattutto negli ultimi anni. La classica diagnostica per TAC è stata, infatti, integrata con la PET (Tomografia ad Emissione di Positroni). La PET-TAC ha permesso, quindi, di andare a individuare il dislocamento della recidiva biochimica all’interno del corpo, anche se di minuscole dimensioni.

La tecnologia si è ulteriormente evoluta e oggi, è possibile effettuare diagnosi grazie alla PET-PSMA, ulteriore evoluzione della precedente tecnica. La PET-PSMA consente infatti d’individuare la presenza dell’antigene prostatico specifico di membrana anche su poche cellule tumorali. Un’avanguardia medica che ha riaperto le porte delle terapie con isotopi radioattivi, che sembrano essere particolarmente efficaci contro il tumore alla prostata.