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Protesi Peniene
Firenze

Protesi peniene Firenze

La protesi peniena è un dispositivo medico che viene inserito nei corpi cavernosi del pene per andare a risolvere diversi problemi legati alla disfunzione erettile. È possibile ricorrere a questo trattamento in seguito alla manifestazione di alcune patologie, come ad esempio, la malattia di Peyronie e la patologia del pene curvo, ed è efficace nei casi di soggetti che soffrono di malattie cardiovascolari, diabete e altri disturbi che portano all’occlusione dei vasi penieni. L’intervento di protesi peniene Firenze è un trattamento che risolve i problemi di disfunzione erettile in oltre il 90% dei casi. Purtroppo solo una persona su sei fa ricorso a questa tecnica. Nonostante si tratti una cura particolarmente efficace, la mancanza di informazione e la reticenza di molte persone, porta a diffidare dell’impianto protesico.

Ogni anno in Italia circa 3000 uomini affetti da disfunzione erettile, iniziano terapie e trattamenti. Solo 500 ricorrono però all’intervento chirurgico di protesi peniena Firenze.

Impianto di protesi peniene

Ci sono vari casi per i quali è possibile ricorrere ad un impianto di protesi peniene:
  • impotenza dovuta a severe vascuolopatie artero-venose cavernose
  • in presenza di degenerazione fibrosa dei corpi cavernosi (induratio penis plastica)
  • severi e molteplici fattori di rischio vascolare
  • quando non è possibile ricorrere ad un trattamento farmacologico con farmaci inibitori delle PDE5
  • quando i pazienti non accettano o non rispondono alle iniezioni vasoattive PGE1
  • in caso di cardiopatici che fanno uso di nitroderivati
Ricorrendo alle protesi peniene è possibile quindi tornare ad acquisire la capacità di avere e mantenere un’erezione duratura per sostenere un rapporto sessuale soddisfacente e non doloroso.

Protesi peniene Firenze: efficienza ed aspetto naturale

Le protesi oggi in uso danno conferiscono al pene un aspetto del tutto naturale, non sono visibili al/alla partener e si mascherano perfettamente da vestiti. Una volta installate e tornati alla normale attività sessuale, le sensazioni provate sono del tutto consuete, così come lo svolgersi del rapporto.

Un uomo portatore di protesi peniene non è riconoscibile dalla/dal partner, né durante il coito, né in stato di flaccidità (nel caso di protesi idraulica). Per l’inserimento della protesi è praticata una piccolissima incisione all’altezza del pube, o a livello della borsa scrotale. La cicatrice però è molto piccola e difficilmente percepibile, soprattutto a distanza di poco tempo, dopo che sono ricresciuti peli.

Non solo. Anche chi avesse provato un approccio farmacologico al problema senza riscontrare progressi rimarchevoli, può ricorrere alla chirurgia. I farmaci utilizzati per trattare questa patologia sono solitamente inibitori PDE5, che è somministrato con iniezioni intracavernose. Chi non volesse sottoporvisi, o chi non potesse, può trovare una valida alternativa nel metodo chirurgico.

La chirurgia per l’inserimento di una protesi al pene è molto efficace e risolve in via duratura il problema della disfunzione erettile, nella maggior parte dei casi.

Le varie tipologie di protesi peniene

Quella che un tempo veniva definita semplicemente “impotenza”, oggi è conosciuta invece con il nome di disfunzione erettile. Si tratta di una patologia che può avere diverse nature: organica, psicogena, o mista. Cambiano anche i livelli di gravità e con essi le soluzioni adottabili. Tra queste gli impianti protesici sono quelli che permettono di risolvere nel miglior modo possibile il problema.Esistono due diverse tipologie di protesi:
  • malleabili
  • idrauliche

Protesi peniene malleabile

Sono chiamate anche protesi semirigida, oppure protesi non idraulica. Questo impianto è formato da due cilindri con anima in silicone semirigido circondati da silicone soffice. Con questa tipologia di impianto il pene rimane sempre in una posizione semi eretta, che è comunque facilmente mascherabile.

I cilindri in silicone rimangono nella posizione dritta o piegata a seconda di come si posiziona il pene. Quando sono piegati verso il basso, in posizione di riposo, il pene rimane rivolto verso il basso. Il pene invece acquisisce un’erezione complementare abbastanza rigida, dopo opportuna stimolazione erotica, tale da garantire un rapporto sessuale soddisfacente.

Protesi peniene idraulica

Sono protesi più perfezionate rispetto alle semi-rigide. Il nome competo dovrebbe essere: protesi peniena idraulica tricomponente, perché è formata da tre diversi elementi:

  • serbatoio pre-riempito con soluzione fisiologica
  • due cilindri gonfiabili
  • micro pompa e pulsante per attivazione/disattivazione

Come funzionano le protesi peniene Firenze

Gli impianti del pene gonfiabili si riempiono, a richiesta, di uno speciale liquido, contenuto nell’apposito serbatoio. I cilindri, che sono posizionati all’interno dei corpi cavernosi del pene, si gonfiano di liquido, quando la pompa è premuta e richiama il liquido dal serbatoio, facendo così ergere il pene.

Il dispositivo si sgonfia quando la pompa è spremuta più volte permettendo così al liquido di defluire nuovamente nel serbatoio contenitivo. Queste protesi, essendo “flosce” fanno mantenere al pene il suo naturale aspetto a riposo. Una volta terminato il rapporto sessuale, per far tornare le protesi e di conseguenza il pene, alla condizione di riposo, il meccanismo è attivato al contrario toccando un pulsante inserito nella pompetta scortale.

Con questo tipo di impianto si ottengono risultati molto naturali e soddisfacenti.

Come è effettuato un impianto di protesi peniena idraulica

L’intervento è eseguito solitamente in anestesia generale, o spinale. Al paziente è posizionato poi un catetere, che solitamente è rimosso il giorno dopo l’intervento. Una volta sedato il paziente, il chirurgo eseguirà un’incisione circolate all’altezza del pube, proprio sopra al pene, oppure tra pene e scroto. Il taglio sarà abbastanza profondo da permettere di vedere i corpi cavernosi del pene.

A quel punto sono inseriti i due cilindri, mentre il serbatoio è posizionato dietro la parete addominale e la pompa nello scroto, tra i testicoli (di modo che rimanga ben nascosta).

Una volta che tutti gli elementi sono posizionati, sono connessi tra loro. A quel punto il chirurgo può suturare l’incisione. La ferita è ripulita ed è applicato un bendaggio compressivo. Se tutto è andato bene, il paziente è dimesso il giorno dopo l’intervento. Il bendaggio è rimosso e l’impianto è sgonfiato.

A questo punto potrebbero essere accusati dei dolori, del tutto normali, irritazione e gonfiore del pene e dello scroto. Fastidi e indolenzimenti che potrebbero perdurare diversi giorni, o settimane successive.

Nei 2 o 3 giorni immediatamente successivi all’intervento potrebbero presentarsi delle piccole perdite a causa dell’incisione, che però non hanno bisogno di alcun intervento, perché guariscono autonomamente.

Tempi di recupero

Solitamente è possibile tornare alle normali pratiche e ad un’attività sessuale regolare dopo circa 4-8 settimane. I tempi di degenza e recupero però variano da caso a caso e da paziente a paziente.Per le 4-6 settimane successive è comunque consigliato:
  • non sollevare pesi
  • non fare esercizio fisico
  • evitare di andare in bicicletta
  • evitare bagni termali
  • evitare saune
Il primo gonfiaggio dell’impianto è solitamente eseguito dal chirurgo ed è possibile solo dopo che il gonfiore e l’eventuale irritazione siano passate.
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    Dr. Andrea Cocci

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    La scelta di dedicare la mia vita professionale all’urologia ed in particolare alla chirurgia andrologica e ricostruttiva è frutto di una profonda passione per l’anatomia, l’arte chirurgica ed in generale il processo diagnostico terapeutico che porta alla guarigione del paziente. Patologia oncologica, infertilità, disfunzione erettile, malattie del pene o semplicemente disturbi prostatici affliggono irrimediabilmente non solo l’individuo ma anche la dimensione di coppia.

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    Urologo e andrologo

    Ho piena convinzione che ascoltare il paziente, carpirne i bisogni, valutarne le aspettative sia l’unico modo di instaurare un programma terapeutico di successo e soddisfazione sia per il medico che per il paziente.