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Malattia di Peyronie
Centri specializzati Milano

Malattia di Peyronie centri specializzati Milano

Per diagnosticare, curare e trattare la malattia di Peyronie, i centri specializzati Milano non mancano. Nonostante si tratti di una patologia descritta e conosciuta ormai da moltissimi secoli, è ancora oggi oggetto di studi e ricerche. Questo perché è molto diffuso e il numero dei soggetti che ne vengono afflitti è in continua crescita. Basti pensare che solo in Italia, ben il 7% della popolazione maschile ne risente. La fascia di età maggiormente colpita dai suoi sintomi è quella compresa tra i 50 e 70 anni. Uomini anziani, quindi, ma non solo. Le cause scatenanti sembrano essere di origine traumatica. Quando il pene subisce degli eventi traumatici, potrebbero generarsi dei tessuti fibrosicicatriziali che portano al manifestarsi della malattia di Peyronie.

Questa singolare patologia morfologica colpisce soprattutto nella fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Diabetici ed ipertesi ne sono maggiormente esposti e la famosa malattia di Peyronie, porta inevitabilmente a degenerare nella patologia del pene curvo. Qualunque sia la natura e le cause scatenanti, è una malattia alquanto imbarazzante esteticamente. Il problema però non è solo estetico, piuttosto funzionale.

Infatti, quando l’angolo di curvatura del pene è troppo marcato, il paziente può riscontrare delle serie difficoltà durante l’atto sessuale. La curvatura può provocare dolore alla partner durante l’atto di penetrazione, tanto da rendere molto sofferente, se non addirittura impossibile consumare il rapporto.

Malattia di Peyronie: che cos’è

La prima volta che è stata osservata è stato nel remoto 1550 ad opera di un medico italiano Antonio. Solo nel 1743 però è stata descritta per la prima volta, grazie agli studi e all’analisi di un medico chirurgo francese a servizio dell’esercito di Luigi XV, François Gigot de La Peyronie, che ha dato il nome alla malattia.

Oggi questa malattia continua ad essere oggetto di studi e ricerche, anche se è stata verificata la correlazione tra Malattia di la Peyronie, pene curvo ed eventi traumatici subiti dall’organo maschile. Traumi derivanti da rapporti sessuali, oppure avvenuti in circostanze accidentali, come ad esempio, incidenti stradali, sul lavoro, o infortuni sportivi.

La malattia si manifesta con la formazione di un tessuto fibroso-cicatriziale all’interno dei corpi cavernosi del pene. Il corpo centrale del pene infatti è attraversato da due strutture tubolari distinte, che si trovano posizionate all’interno di una struttura cavernosa. Le sezioni tubolari sono posizionate nella parte dorsale e sul lato superiore del corpo centrale, mentre nella parte inferiore, cioè la ventrale, si trova un corpo spongioso, attraversato dall’uretra.

L’ammasso fibrotico si forma nei corpi cavernosi, quelli che si gonfiano di sangue al momento dell’erezione e permettono al pene di sollevarsi. La massa che si va a creare impedisce così al pene di ergersi, provocando anche dolori sia al paziente che alla propria partner durante il rapporto sessuale.

 

Malattia di Peyronie centri specializzati Milano

Per contrastare la Malattia di Peyronie, centri specializzati Milano offre una serie di trattamenti e cure specialistiche all’avanguardia in questo specifico settore. La ricerca è sempre in continua evoluzione, ma sono già stati elaborati una serie di efficaci trattamenti, sia a livello farmacologico, che a livello chirurgico.

Prima di adottare un qualsiasi trattamento un andrologo, valuta una serie di fattori:

  1. curvatura del pene
  2. stabilità o instabilità della curvatura peniena
  3. i dolori e le complicazioni derivanti dall’atto sessuale
  4. erezioni dolorose o meno
  5. capacità di avere e/o mantenere un’erezione durante l’intero rapporto sessuale

Trattamenti farmacologici

Quando la curvatura del pene è lieve, i sintomi sono moderati e la malattia di la Peyronie non incide molto sulla capacità di avere rapporti sessuali, di solito si opta per un trattamento farmacologico.In questa tipologia di trattamenti rientrano quelli a base di:
  • Verapamil
  • Interferone
  • Collagenasi di Clostridium histolyticum

Verapamil

Si tratta di un farmaco capace di interrompere la produzione di collagene, una proteina direttamente responsabile della formazione del tessuto fibroso-cicatriziale.

Interferone

Altra proteina ritenuta in grado di bloccare la produzione della placca fribotica. L’uso consentirebbe al paziente il peggioramento della curvatura peniena.

Collagenasi di Clostridium histolyticum

La collagenesi è un particolare enzima in grado di destrutturare in piccoli pezzi, il collagene. La collagenesi riesce a tagliare i legami peptidici presenti nel collagene, riuscendo così a ridurre, in modo sostanziale, la curvatura del pene.L’enzima agisce sulla distribuzione delle strutture extracellulari. Il loro bersaglio è il tessuto connettivo delle cellule muscolari e negli altri organi del corpo. Si tratta di un intervento assolutamente non invasivo, non chirurgico che richiede solamente una piccola puntura di anestesia localizzata per eseguire l’iniezione vera e propria. I risultati sono eccellenti e i rischi post intervento praticamente nulli.

Trattamenti chirurgici

L’intervento chirurgico è il trattamento scelto da urologhi e androloghi nei casi in cui la curvatura del pene sia marcata e molto evidente. Quando la normale attività sessuale è compromessa, o addirittura impossibile da esercitare allora per contrastare la malattia di Peyronie, centri Milano optano per un intervento chirurgico.Tra questi ricordiamo:
  1. intervento di Nesbit
  2. triplo intervento di incisione-excisione-trapianto
  3. impianto di una protesi peniena

Intervento di Nesbit

È un tipo di intervento che prevede la pratica di un’incisione circolare, al di sotto del prepuzio, che metta in evidenza il corpo cavernoso. Con questa tecnica parte del tessuto sano, in opposizione a quello fibroso-cicatriziale, è rimosso. Una pratica che conta qualche svantaggio: la lunghezza del pene risulta ridotta e aumentano i rischi di disfunzione erettile.

Triplo intervento di incisione-excisione-trapianto

Si tratta di una tecnica invasa e complicata, adottata solo ed esclusivamente in presenza di curvature marcate. Quando il rapporto sessuale diventa troppo doloroso, o addirittura impossibile da praticare, molti chirurghi ricorrono al triplo intervento di incisione-excisione-trapianto.

In buona sostanza si tratta della pratica di un’incisione all’altezza della placca, dell’asportazione della massa e del trapianto di una “patch” sull’area interessata. La pelle del pene non è toccata dall’intervento. Con questa tecnica è possibile andare incontro a diverse complicazioni.

Impianto di una protesi peniena

Esistono varie tipologie di protesi. Alcune prevedono un impianto di materiale semirigido che vanno a sostituire le componenti molli del pene e gli impediscono così di curvarsi. Altre invece sono progettate per gonfiarsi grazie ad uno specifico liquido che viene pompato dentro la struttura (pompe idrauliche).

Quale intervento scegliere

Spetta al medico giudicare la situazione e scegliere di procedere in una direzione piuttosto che un’altra. Dopo la diagnosi e i dovuti accertamenti è possibile orientarsi nella scelta in base:

  • a dove è localizzata l’ammasso di tessuto fibroso-cicatriziale
  • dalla gravità dei sintomi manifesti dal paziente
  • dallo stato psicologico del paziente (molto importante ai fini di un’eventuale opzione chirurgica)
Se la scelta dovesse ricadere su un intervento particolarmente invasivo, allora sarà necessario ricorrere ad un ricovero ospedaliero. In altri casi, il paziente potrebbe invece essere dimesso nel giro di un giorno solo.
In ogni caso è necessario che la curvatura del pene sia stabile da diverso tempo e prima di riprendere una normale attività sessuale, è consigliato attendere dalle 4 alle 8 settimane successive l’intervento (ma dipende sempre da caso a caso).
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    Dr. Andrea Cocci

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    La scelta di dedicare la mia vita professionale all’urologia ed in particolare alla chirurgia andrologica e ricostruttiva è frutto di una profonda passione per l’anatomia, l’arte chirurgica ed in generale il processo diagnostico terapeutico che porta alla guarigione del paziente. Patologia oncologica, infertilità, disfunzione erettile, malattie del pene o semplicemente disturbi prostatici affliggono irrimediabilmente non solo l’individuo ma anche la dimensione di coppia.

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    Dr. Andrea Cocci
    Urologo e andrologo

    Ho piena convinzione che ascoltare il paziente, carpirne i bisogni, valutarne le aspettative sia l’unico modo di instaurare un programma terapeutico di successo e soddisfazione sia per il medico che per il paziente.