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Intervento Pene Curvo
Firenze

Intervento pene curvo Firenze

Il pene curvo è una patologia che colpisce circa l’1% della popolazione maschile italiana. L’incidenza è sempre più in aumento tanto che l’intervento pene curvo Firenze, o a Milano è diventata una prassi molto richiesta e comune. Questa condizione anatomica si manifesta a seguito della crescita asimmetrica dei corpi cavernosi contenuti nel pene. In forma lieve è presente sin dalla nascita e in questo caso si dice allora che la patologia è congenita. Se invece si manifesta a seguito di eventi traumatici, oppure per altre cause, si definisce acquisita. In ogni caso, è una malattia alquanto comune che affligge buona parte della popolazione maschile, anche in Italia.Questa singolare patologia morfologica colpisce soprattutto nella fascia di età compresa tra i 40 e i 60 anni. Diabetici ed ipertesi ne sono maggiormente esposti e la famosa malattia di Peyronie, porta inevitabilmente a degenerare nella patologia del pene curvo. Qualunque sia la natura e le cause scatenanti, è una malattia alquanto imbarazzante esteticamente. Il problema però non è solo estetico, piuttosto funzionale.Infatti, quando l’angolo di curvatura del pene è troppo marcato, il paziente può riscontrare delle serie difficoltà durante l’atto sessuale. La curvatura può provocare dolore alla partner durante l’atto di penetrazione, tanto da rendere molto sofferente, se non addirittura impossibile consumare il rapporto.

Pene curvo: cos’è e quali sono i sintomi

Il pene curvo si manifesta a seguito della creazione di una placca fribotica all’interno dei corpi cavernosi dell’organo. La placca preme e comprime i corpi cavernosi attraverso i quali scorre il sangue che porta all’erezione del membro, gonfiandone le cavità. La pressione impedisce al sangue di gonfiare i corpi cavernosi, impedendo, di conseguenza, l’erezione. In alcuni casi l’erezione avviene, ma è molto dolorosa e difficile da mantenere.

La malattia può manifestarsi progressivamente, oppure all’improvviso. Molto dipende dalla natura del fattore scatenante e dalla predisposizione familiare del paziente. In ogni caso la reazione cicatriziale determina un effetto di retrazione e deformazione di vario grado, che cambia da soggetto a soggetto. Quando l’incurvamento arriva a superare i 30°, la situazione diventa critica e si va incontro ad una molteplicità di conseguenze.

 

Al di là dell’imbarazzo estetico, quello che deve essere seriamente preso in considerazione, sono le capacità di portare a termine un normale rapporto sessuale. Con una curvatura così marcata, infatti il rapporto diventa difficoltoso, doloroso e qualche volta impossibile. La curvatura è soggettiva e segue una propria direzione (destra o sinistra – laterale; rivolta verso l’alto – dorsale; rivolta verso il basso – ventrale)

Intervento pene curvo Firenze

Indipendentemente dalla natura della causa scatenante, il pene curvo può essere trattato farmacologicamente, o chirurgicamente. Il primo passo da compiere è quello di sottoporsi ad una visita specialistica ad opera di un andrologo, oppure di un urologo. Anche se la diagnosi del pene curvo è piuttosto semplice anche da parte del paziente attraverso un attento esame obiettivo, spetta comunque al medico stabilire il trattamento da seguire.La protuberanza che si forma in corrispondenza della placca fibrotica, è alquanto evidente anche al tatto. Il dottore può però richiedere un’ecografia per individuare con maggiore precisione la localizzazione della massa.Di solito di fronte a curvature lievi e moderate si opta per un trattamento farmacologico. In caso di curvature accentuate, invece l’opzione da preferire è quella chirurgica. Ad ogni modo l’andrologo per effettuare una scelta valuta:
  • l’angolo di curvatura del pene
  • se la curvatura si è stabilizzata, o meno (quindi se continua ad incurvarsi, oppure no)
  • il grado di dolore percepito dal paziente durante l’atto sessuale
  • la tipologia di erezione dolorosa o meno che può subire il soggetto
  • la capacità di avere e/o mantenere l’erezione durante un rapporto sessuale.

Protesi peniene malleabile

Sono chiamate anche protesi semirigida, oppure protesi non idraulica. Questo impianto è formato da due cilindri con anima in silicone semirigido circondati da silicone soffice. Con questa tipologia di impianto il pene rimane sempre in una posizione semi eretta, che è comunque facilmente mascherabile.I cilindri in silicone rimangono nella posizione dritta o piegata a seconda di come si posiziona il pene. Quando sono piegati verso il basso, in posizione di riposo, il pene rimane rivolto verso il basso. Il pene invece acquisisce un’erezione complementare abbastanza rigida, dopo opportuna stimolazione erotica, tale da garantire un rapporto sessuale soddisfacente.

Protesi peniene idraulica

Sono protesi più perfezionate rispetto alle semi-rigide. Il nome competo dovrebbe essere: protesi peniena idraulica tricomponente, perché è formata da tre diversi elementi:
  • serbatoio pre-riempito con soluzione fisiologica
  • due cilindri gonfiabili
  • micro pompa e pulsante per attivazione/disattivazione

Come funzionano le protesi peniene Firenze

Gli impianti del pene gonfiabili si riempiono, a richiesta, di uno speciale liquido, contenuto nell’apposito serbatoio. I cilindri, che sono posizionati all’interno dei corpi cavernosi del pene, si gonfiano di liquido, quando la pompa è premuta e richiama il liquido dal serbatoio, facendo così ergere il pene.Il dispositivo si sgonfia quando la pompa è spremuta più volte permettendo così al liquido di defluire nuovamente nel serbatoio contenitivo. Queste protesi, essendo “flosce” fanno mantenere al pene il suo naturale aspetto a riposo. Una volta terminato il rapporto sessuale, per far tornare le protesi e di conseguenza il pene, alla condizione di riposo, il meccanismo è attivato al contrario toccando un pulsante inserito nella pompetta scortale.Con questo tipo di impianto si ottengono risultati molto naturali e soddisfacenti.

Intervento chirurgico al pene

Quando la scelta ricade sull’intervento chirurgico, ci sono varie possibilità:

Intervento di Nesbit

È un trattamento chirurgico che prevede l’incisione circolare del pene, sotto al prepuzio, che porta a scoprire i corpi cavernosi dove è presente l’ammasso fibroso-cicatriziale. È una pratica invasiva che comporta, in alcuni casi, la diminuzione della lunghezza del pene.

Triplo intervento di incisione-excisione-trapianto

Intervento chirurgico complesso a cui si fa ricorso solo nei casi di estreme curvature. Consiste nel praticare un’incisione all’altezza dell’ammasso fibrotico, dell’asportazione della placca e di un trapianto di “patch”. Questa patch consiste in una sorta di “toppa” che serve a conferire nuovamente elasticità al pene, nel punto esatto in cui è asportata la placca. La pelle del pene non è oggetto di alcun intervento. È una tecnica efficace, ma per la quale sussistono potenziali complicazioni e conseguenze.

Impianto di protesi peniena

Si tratta, probabilmente, dell’intervento pene curvo Firenze maggiormente richiesto ed eseguito. Esistono due diverse tipologie di impianti:
  • semirigidi non gonfiabili
  • gonfiabili
Le protesi peniene semirigide non gonfiabili sono una soluzione molto comune e pratica che consentono di mantenere sempre il pene in una posizione semi rigida, ma comunque facilmente mascherabile. Con questo impianto il pene viene raddrizzato e aiutato durante l’esecuzione dell’erezione.Invece le protesi peniene gonfiabili sono piccoli elementi impiantati direttamente nei corpi cavernosi del pene, che si gonfiano quando è necessario, con uno specifico liquido. Nello scroto è posizionata una piccola pompa controllabile manualmente.Vicino alla pompa è inoltre impiantato un serbatoio contenente il liquido, quando il pene è in fase di riposo. Al momento dell’erezione, sollecitando manualmente la pompa, il liquido passa dal serbatoio alla protesi, che va gonfiare i corpi cavernosi del pene e aiuta a sollevarlo in posizione eretta.Che si tratti dell’una, piuttosto che dell’altra protesi, l’intervento è solitamente fatto in anestesia generale, o spinale. Al paziente è inserito un catetere, che di solito è rimosso il giorno successivo all’operazione. Una volta anestetizzato il paziente, il chirurgo pratica una piccola incisione appena sopra al pene, o tra il pene e lo scroto, profonda abbastanza da arrivare a mostrare i corpi cavernosi dell’organo. A quel punto procederà ad inserire le protesi della lunghezza corretta. Dopo le protesi sono posizionati serbatoio, dietro la parete addominale e pompa, direttamente nello scroto tra i testicoli, così da nasconderla.Alla fine, quando ogni elemento è stato installato, sono collegati tra loro e il chirurgo può procedere alla saturazione. Ripulite le ferite, è applicato un bendaggio compressivo.

La scelta dell’andrologo

Varia da caso a caso, in base a precisi fattori, come, ad esempio:
  • La posizione dell’ammasso fibrotico
  • I sintomi manifestati dal paziente
  • Lo stato psicologico del soggetto
  • Eventuali precedenti terapie ed interventi non andati a buon fine
  • Stato di salute generale del paziente
Quando si tratta di un intervento pene curvo Firenze, quindi un’operazione comunque invasiva, è richiesto il ricovero ospedaliero. A seguito dell’operazione, la degenza sarà più o meno prolungata a seconda della velocità di ripresa del paziente e di quanto stabilito dall’andrologo. La normale attività sessuale, di solito, è possibile riprenderla nel giro di 4-8 settimane (ma, come sempre, varia da caso a caso).
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    Dr. Andrea Cocci

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    La scelta di dedicare la mia vita professionale all’urologia ed in particolare alla chirurgia andrologica e ricostruttiva è frutto di una profonda passione per l’anatomia, l’arte chirurgica ed in generale il processo diagnostico terapeutico che porta alla guarigione del paziente. Patologia oncologica, infertilità, disfunzione erettile, malattie del pene o semplicemente disturbi prostatici affliggono irrimediabilmente non solo l’individuo ma anche la dimensione di coppia.

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    Dr. Andrea Cocci
    Urologo e andrologo

    Ho piena convinzione che ascoltare il paziente, carpirne i bisogni, valutarne le aspettative sia l’unico modo di instaurare un programma terapeutico di successo e soddisfazione sia per il medico che per il paziente.