Fatigue e tumore alla prostata: cos’è e come affrontarla al meglio
La fatigue è uno dei sintomi più comuni che può essere avvertito da un soggetto affetto da tumore alla prostata. Il 74% dei pazienti, durante il decorso della malattia o il suo trattamento, potrebbe trovarsi ad affrontare uno stato di affaticamento e stanchezza nello svolgimento di normali attività quotidiane. Andare a fare la spesa, uscire con gli amici, guidare la macchina, ecc… Ogni singola azione può diventare difficile e faticosa da compiere a causa di un senso generale di debolezza e mancanza di energie. Sensazioni che possono dipendere sia dalla malattia stessa, che dalla sua terapia. Una condizione che può essere superata con il giusto riposo. La fatigue ha, purtroppo, un impatto sia fisico, che mentale ed emotivo sul paziente affetto da cancro alla prostata.
Fatigue: ecco come influenza l’umore
La fatigue correlata al tumore alla prostata rende difficile lo svolgimento di moltissime azioni quotidiane, anche le più banali: mangiare, vestirsi, uscire da soli o con gli amici, fare la spesa, guidare, apprendere nuove nozioni, concentrarsi, dormire bene (a causa dell’insonnia), ricordarsi le cose, ecc… Non riuscire a fare una o più di queste semplici azioni giornaliere, può influire negativamente sull’umore della persona affetta da tumore prostatico.
Tristezza, ansia, depressione, inquietudine, pena e tormento possono iniziare a farsi sentire in qualunque momento e andare ad influire negativamente sullo stato emotivo del paziente. Stato emotivo dal quale, alla fine, dipendono anche i rapporti personali e le relazioni con gli altri. Quando la patologia inizia il proprio percorso, affrontare la fatigue è una delle condizioni più dure e difficili che si possono manifestare, soprattutto per le persone particolarmente attive. Anche dipendere molto di più dall’aiuto degli altri, potrebbe causare un senso di disagio non indifferente e rivelarsi particolarmente frustrante.
Fatigue: da cosa dipende
Le cause che provocano la sensazione di affaticamento, nei soggetti affetti da tumore alla prostata, sono ancora incerte. La fatigue, infatti, è possibile possa dipendere da diversi fattori, legati, prima di tutto, proprio alla malattia stessa. Il tumore impedisce alle cellule del corpo il loro normale funzionamento e questo potrebbe portare ad un consumo diverso ed anomalo delle energie necessarie ad eseguire le loro normali attività quotidiane. La conseguenza è un senso di affaticamento generale e di spossatezza complessiva. Anche le terapie e i trattamenti intrapresi per debellare la malattia, possono generare un senso di debolezza totale. Vivere in un costante stato di ansia e preoccupazione, legato al progredire della malattia e alle terapie adottate, genera di per sé un forte stress. Senza contare che, anche l’aggravarsi della patologia o l’insorgere di altre malattie correlate al tumore alla prostata (come ad esempio malattie renali o reumatologiche), possono contribuire a potenziare il senso di affaticamento del corpo.
Come affrontare il problema
Le cause che generano fatigue sono molteplici e diverse tra loro. Di conseguenza non esiste un comportamento o un trattamento univoco per gestire le varie situazioni. Ogni caso deve quindi essere affrontato di volta in volta, nel migliore dei modi possibile, attraverso un dialogo costante e aperto tra paziente ed urologo.
Nonostante tutto, però, esistono una serie di piccoli adattamenti e cambiamenti che è possibile apportare alla propria quotidianità, per migliorare sensibilmente la situazione. Ad esempio, è importante saper bilanciare i periodi di riposo a quelli di attività. Va bene riposarsi rimanendo seduti o sdraiati, ma senza esagerare, perché, anche se può sembrare strano, l’attività fisica (proporzionata e moderata) può aiutare ad aumentare le proprie energie. Basta poco: una piccola passeggiata, una visita ad un amico, o un appuntamento dal barbiere. È importante, inoltre, sapere e riconoscere quando è necessario chiedere aiuto. Farsi sostenere e assistere da parenti e amici nei momenti di maggiore stanchezza, è segno di coscienza e intelligenza.
Anche l’alimentazione ha il proprio peso e influisce sulla fatigue. Una dieta sana ed equilibrata è preferibile ad un’alimentazione squilibrata e incostante. L’idratazione è fondamentale per evitare disidratazione e senso di vertigini. L’organizzazione, infine, aiuta a migliorare il proprio rapporto con il tempo. È meglio quindi organizzare attentamente le cose da fare, ripartendole su un lasso di tempo più lungo e diluito. Vale a dire che va bene tenersi occupati, ma sempre e comunque tenendo conto che è necessario maggior tempo per svolgere qualunque compito. Quindi, pianificare le proprie attività aiuta a preservare le energie e a gestire meglio il proprio tempo.