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Cisti dell’Epididimo: un’anomala formazione sacculare

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Cisti dell’Epididimo: un’anomala formazione sacculare

La cisti dell’epididimo è un’anomala formazione sacculare, di dimensioni variabili, che contiene liquido e spermatozoi e che si va talvolta a formare a ridosso dell’epididimo. Come sappiamo l’epididimo è un piccolo dotto, di dimensioni e diametro molto ridotte, che collega i dotti efferenti, dal retro di ogni testicolo, al suo dotto deferente. L’epididimo è formato da: testa, corpo e coda. Gli spermatozoi si formano nei testicoli, entrano poi nella testa dell’epididimo, proseguono verso il corpo centrale e si immagazzinano nella coda. Gli spermatozoi formati nei testicoli, sono incompleti. Questi infatti non hanno ancora acquisito la capacità di muoversi in avanti e di fecondare un ovulo. Quando si trovano a transitare per l’epididimo, maturano e acquisiscono queste capacità. Gli spermatozoi possono rimanere immagazzinati nell’epididimo anche per tredici giorni consecutivo. La cisti dell’epididimo altro non è che una sacca che solitamente si forma nel corpo o nella testa dell’epididimo e che contiene fluido e spermatozoi. Questa condizione si chiama anche spermatocele ed è abbastanza comune, visto che è riscontrata nel 30% di tutti gli uomini.

Cisti dell’Epididimo: cause e fattori di rischio

Le cause esatte che generano cisti dell’epididimo sono, ancora oggi, non chiare. In alcuni casi, infatti, questa condizione si genera in modo del tutto spontaneo (spermatocele idiopatico), mentre in altre circostanze, è una conseguenza di traumi fisici allo scroto, piuttosto che di un’epididimite, o a seguito di una vasectomia. Nella maggior parte dei casi è comunque una condizione non pericolosa, trattandosi di una cisti benigna.

Le cisti dell’epididimo derivano, per lo più, dall’estroflessione della parete che costituisce l’epididimo. A seguito di questa estroflessione, si crea una sacca anomala che si riempie di spermatozoi maturi, ma non vitali. L’estroflessione si pensa possa dipendere da una parziale ostruzione del condotto interno all’epididimo. In pratica l’estroflessione porta a formare una sacca che si riempie di spermatozoi e di liquido. Una sacca che non dovrebbe esserci nella testa dell’epididimo stesso.

Nonostante le cause specifiche siano ancora poco note, il 30% degli uomini soffre e accusa cisti dell’epididimo. La fascia di età maggiormente colpita da questa condizione, è quella compresa tra i 20 e i 50 anni.

Cisti dell'Epididimo

Cisti dell’epididimo: sintomi

Le cisti dell’epididimo si presentano come un nodulo compatto, liscio e palpabile. Le dimensioni sono variabili e vanno da quelle di un piccolo pisello, fino a raggiungere dimensioni più ragguardevoli. Le dimensioni comunque, tendono a non variare nel tempo, una volta formatesi, le cisti dell’epididimo rimangono quello che sono. Ci sono casi comunque, nei quali è stato ugualmente riscontrato un aumento sistematico delle dimensioni, ma si tratta di situazioni davvero sporadiche. Il liquido che contengono è di colore biancastro. I sintomi variano a seconda delle dimensioni delle cisti.

Quando le cisti dell’epididimo sono di piccole dimensioni, allora la condizione risulta asintomatica. Quando invece le dimensioni sono più grandi, queste possono provocare diversi disturbi:

  • dolore allo scroto
  • malessere allo scroto
  • pesantezza
  • gonfiore dello scroto

Le cisti dell’epididimo sono benigne, quindi non influenzano, o pregiudicano, minimamente la fertilità. Inoltre non è mai stato riscontrato un caso nel quale una cisti dell’epididimo, si sia trasformata in un tumore maligno. Inoltre non si riscontrano particolari complicazioni a seguito di tale condizione. Nonostante si tratti di una condizione benigna, quando si manifesta, è sempre bene non trascurarla e rivolgersi prontamente ad un urologo competente e affidabile. Essendo una sacca “anomala” deve comunque essere tenuta sotto osservazione.

Epididimite: come si diagnostica

Di norma le cisti dell’epididimo si diagnosticano attraverso tre diversi esami:

  • obiettivo – questo avviene attraverso una fase palpatoria, durante la quale è piuttosto semplice accorgersi della presenza di questo anomalo nodulo compatto e liscio.
  • transilluminazione scrotale – consiste nell’illuminazione dello scroto con una torcia e nella sua osservazione in controluce. Questo scrutare serve ad individuare eventuali contenuti liquidi o solidi all’interno della sacca identificata tramite l’esame obiettivo della palpazione. Se la sacca contiene liquido, allora siamo in presenza di cisti dell’epididimo, al contrario se il contenuto è solido, allora è il manifestarsi di una probabile neoplasia. Il tumore al testicolo è comunque una condizione alquanto rara, che si presenta solo quattro volte su cento.
  • ecografia testicolare – Questo esame è innocuo e minimamente invasivo. È effettuato tramite l’inserimento di una sonda ad ultrasuoni che è fatta scivolare e scorrere a livello scrotale.